Fotografie anti lock-down, un metodo efficace? Ho una storia da raccontarvi, anzi, ce la racconta Viola, una bambina che ha superato il disagio, reinventandosi le giornate
Colori contro il Covid-19
Le fotografie anti lock-down sono state un modo per molti di noi di raccontare le proprie giornate in casa. Una vera e propria cronistoria. Sui social si è visto davvero di tutto.
Gli occhi di un bambino guardano diversamente da un adulto, quindi non fotografano la nullità del tempo, non ci tengono a dimostrare che i loro passi vanno dal divano alla cucina, dalla cucina al divano. Non si fotografano i piedi per dare in pasto al mondo la tristezza del momento.
I bambini cercano il bello che trovano, o ciò che li rassicura.
Lo slogan #andràtuttobene ne è stato un esempio: disegni di arcobaleni e fiori per sfatare il virus sono stati un modo per essere protagonisti coraggiosi.
Cosa raccontano le fotografie anti lock-down?
Viola Chiavacci ha avuto, dalla sua, la fortuna di vivere in campagna, quindi l’aria aperta -e la primavera che mutava fuori- le hanno permesso di vedere qualcosa in più di un vasetto di orchidea sul davanzale o un giocattolo simpatico da immortalare.
È conscia che chi ha vissuto il lock-down in appartamento è stato molto più penalizzato di lei. Il suo pensiero va ai fiori “non avrei mai potuto fargli tante fotografie se vivevo in città”
Lei ha catturato la Natura che vede, i fiori, gli animali, quel mondo spesso invisibile che, quando si è abituati a vederlo tutti i giorni appare meno importante. Poi accade un fatto così eclatante e diventa il centro delle nostre attenzioni. Lo vediamo rigenerarsi mentre noi appassiamo.
E il suo stupore è nelle fotografie. Nella ricerca della luce che si posa sui dettagli.
Viola e la disciplina
Viola normalmente va a scuola, fa i compiti, esce con i genitori, come ogni bambino. Oltre a questo, ha però un grande amore: la ginnastica artistica.
Trascorre in palestra, la Asd Bracciano Juvenia, buona parte del suo tempo: si allena quattro ore al giorno per almeno tre o quattro volte a settimana, cinque quando deve preparare una gara.
È un lavoro molto faticoso ma è una passione, quindi preparare i salti, le parallele, i volteggi mi fa sembrare di avere più forza sulle braccia, e con quelle e con le gambe posso volare, posso andare sempre più in alto”
Prende molto seriamente il suo sport, è attentissima a ciò che le dice l’insegnante e, proprio per questo l’isolamento, il non poter svolgere regolarmente gli allenamenti, era diventato per lei fonte di grande sofferenza.
Sì. Non solo perché fermarsi per una che non si ferma mai è davvero dura ma anche perché gli sport richiedono che ci sia frequenza. Fermarsi per mesi significa dover ricominciare tutto da capo e ci si rende conto di quanto si perde”
… E arrivò la fotografia
Poi però ha imbracciato la macchina fotografica e la passività che stava subendo è diventata energia positiva.
“Perché Viola?” le chiedo
Sono stata davvero male in quei mesi e la fotografia è diventata importante, mi ha risollevato l’umore. Non mi ha permesso di annoiarmi. Mi piaceva già fare fotografie però così ho scoperto una nuova passione che è molto diversa dalla ginnastica”
“Ce l’hai un sogno?”
“Sì, il mio piccolo desiderio è quello di diventare famosa almeno in tutta Italia”
Come dire, chi ha dei sogni è già a metà della strada, quindi le auguriamo di realizzarsi nello sport ma di non sottovalutare la fotografia.
Inoltre la ringrazio per avermi gentilmente concesso alcune delle fotografie anti lock-down realizzate.
Date un’occhiata alla sua Gallery.