La piazza sa di incenso, di vestiti neri, di mormorii, sa di passi lenti dietro il carro funebre. E sa di gigli e gerbere che ristagnano sulle corone.
Mi siedo su una panchina di legno, le incisioni mi farebbero ridere se non fosse che il momento non è opportuno. Resto lì, a guardare il carro imboccare la strada del paese che sale verso il cimitero. Le persone mi sfilano davanti, qualcuna la riconosco, le saluto con un cenno del capo ma non mi vedono.
Una bicicletta da corsa con l’intelaiatura gialla è appoggiata al tronco di un albero di sorbo. È una bella bicicletta. Ma non c’è nessuno lì intorno, sembra abbandonata…
in concorso (Premiazione 31 Agosto)