Maurizio Giorgino, umiltà e ironia
Maurizio Giorgino ti fa simpatia subito, senza una maschera, un costume teatrale, un personaggio da portare sul palco. Della Compagnia Lo Spannitore è quello che noti subito perché è alto, gli piace scherzare, ridere, è un uomo senza filtri.
E le sue interpretazioni sono proprio il risultato di questa grande predisposizione all’altro. Quindi, i suoi personaggi entrano in empatia col pubblico senza tanti sforzi. Lui è pacato, statico, si lascia condurre dal ruolo più che condurlo.
Tale percorso potrebbe sembrare il più semplice, tuttavia, riuscire a mantenere quella cifra stilistica ha una sua complessità di fondo. Per esempio non risultare spenti. La flemma porta questo rischio ma non è il suo caso. Anzi, si è ritagliato (ma anche Sonia Martelloni, la regista, gli ha ritagliato) un tipo di personaggio fuori dal coro, emblematico, che calca il palco con gli altri ma restando in una sua nicchia. Come i Santi, che sai che stanno lì e li preghi.
I personaggi di Maurizio Giorgino in Arduino e Nazzareno 3
I miei personaggi sono strani e molto diversi tra loro, il primo è Vladuz, l’amante della badante, è umile ma cerca in tutti i modi di accasarsi e trovare stabilità. Il secondo è Giasone, uno scrittore di “niente” (storielle, piccoli brani comici) e amico di Nazzareno, è concentrato a stare simpatico a tutti.
Entrambi, Vladuz e Giasone, hanno una cosa in comune: stanno sulle scatole a chiunque… ahahahahah!”
Maurizio Giorgino -dal cappello che ho fatto sopra-, si evince, è il contrario di questi personaggi da scalata sociale e quasi prevaricanti, che vogliono arrivare da qualche parte ma nemmeno loro sanno bene dove. Se c’è però qualcosa che ho afferrato del suo carattere e del suo temperamento questi sono l’umiltà e, ovviamente, l’ironia.
Una teatralità ovattata
Conosco pochissimo Maurizio e ci divide la fede calcistica, lui è un lazialotto! Però uno di quei tifosi ancora in grado di fare lo sfottò con una grande leggerezza.
Ah, sarebbe carino, un giorno, vederlo indossare sul palco gli abiti di un calciatore e magari, perché no, con la maglietta della Roma, così, per giocare.
Questa piccola divagazione per dire che potrebbe farlo davvero: in lui c’è una componente di distacco dal personaggio.
In questi anni ho visto tutte le sue interpretazioni e ho trovato che ha un’abilità incredibile nel rimanere serio, alieno, come cieco di fronte a ciò che succede intorno. Un dono, un mantello, una campana di vetro. I suoi personaggi, tutti, sono protetti da questo modo neutro che ha di interagire con loro. Non ci lotta.
E quindi, avendo da sempre questo retropensiero mi sono stupita quando mi ha detto:
Cara Emanuela, ti dico, la recitazione mi trasmette tanta di quella emozione che quando salgo sul palco sono completamente adrenalinico”.
Il contatto con il palcoscenico
Incredibile, vero, come quello che arriva è poi così diverso da ciò che in realtà è.
Il nostro contenitore, il corpo, riesce sempre a dire ciò che ha dentro, più con un gesto, o un atteggiamento, che con le parole. Ecco perché affermo che Maurizio Giorgino ha un dono. Perché nei corpi che ha vestito è rimasto elegantemente al suo posto, mandando avanti loro.
E poi lui è tutto il resto. E lo si ritrova in queste parole:
La recitazione è un concentrato di empatia, amicizia, emozione, amore che non riscontri in nessun’altra attività o luogo!
Il palco è… beh, è come quando ti lanci con il paracadute, ti sembra di esplodere per l’adrenalina ma allo stesso tempo ti senti libero. E non la gestisci, la subisci, con tutta la felicità possibile!”
Teatro uguale amicizia
Fare teatro per lui è la cosa più bella del mondo, non esiste la parola “difficile”, perché il teatro è una cura alle difficoltà, anche se “uscire la sera per provare, dopo 14 ore di lavoro e senza cena, è stancante”, lo ammette.
Ma la risolve così:
La supero perché …. Perché ci sono i miei amici e con loro si supera tutto!”
Il personaggio “Giolgino”
Ma una battuta del tuo personaggio me la fai?
Una battuta no perché ancora non so il copione, ahahahhaha”
E questa, come dire, è una di quelle leggende metropolitane che accompagna da sempre le commedie de Lo Spannitore: cioè, fino al giorno della Prima, nessun attore sa la parte.
Noi affidiamoci a questa “diceria”, in fondo è sempre bello stupirsi, no?
In questa commedia interpreti due personaggi, Vladuz e Giasone, ma c’è il tuo preferito tra loro o ne hai un altro?
Beh, Giolgino il Filippino!”
mi dice.
E, come dargli torto? Il Filippino è stata una delle interpretazioni più iconiche dell’attore Giorgino, una di quelle visioni che non si dimenticano più.
Per scoprire il doppio ruolo di Maurizio Giorgino
Vieni a Teatro per Arduino e Nazzareno 3