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Personaggi e attori Compagnia Lo Spannitore

di Emanuela Gizzi

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Stefano Mordacchini, la battuta al dente

Stefano Mordacchini dice di sé di essere un “adottato formellese” un termine che negli ultimi anni è esploso perché ci sono tantissime persone che, apprezzando il nostro paese, ci si sono stabilite.
Ma lui lo ha fatto ben cinquant’anni fa e non se n’è più andato, se non saltuariamente per il lavoro che lo porta all’Estero.
La bellezza del teatro, come di tutte le Arti, è che non gliene frega niente da dove vieni, di che partito sei, se hai la pelle bianca, nera, gialla. Nella Compagnia Lo Spannitore di Sonia Martelloni, è il lavoro di squadra il tassello principe.
Qui ci si sceglie, anche se ci si è capitati per sbaglio.

 L’approccio con Sonia e la Compagnia è stato nel 2009. Era il primo Arduino e Nazzareno, facevo la parte del segretario nell’equipe medica, e l’anno dopo ho dato un piccolo contributo alla presentazione del libro di Maria Valentina Gargioli , C’era una volta Formello. Lì facevo un vecchio alticcio che dava fastidio al muratore, interpretato da Marco Rossetti”.

Il ruolo di Stefano Mordacchini in Arduino e Nazzareno 3

Le partecipazioni di Stefano Mordacchini alle commedie della Martelloni sono state pochissime, il lavoro lo ha portato a viaggiare molto e quindi a non poter conciliare i suoi ritmi e tempi con le prove di teatro. Adesso che è più stabile si è ributtato nella mischia, ma stavolta ha svestito i panni del segretario e indosserà quelli di una Dottoressa.

… dottoressa Spizzico. È una tutta sulle sue, un po’ snob. Sono al fianco di Cetty Ascanio e Ersilia Antoniucci. E per rendere comica la scenetta indosso delle scarpe con tacco, così da guardare dall’alto le mie colleghe”.

Mi sono chiesta sempre quanto possa essere difficile interpretare l’altro sesso. In Arduino e Nazzareno 3 Cetty Ascanio veste i panni di un uomo e Stefano Mordacchini quelli di una donna. Credo, tra i due ruoli, sia più difficile la seconda trasformazione. Per Cetty, ce lo siamo dette la complicanza è la voce, ottenere un tono credibile. Per un uomo ci sono appunto le scarpe che, se ti va bene, possono essere basse con un tacchetto o, ancora meglio, delle ballerine, ma se hai necessità di calzare scarpe con il tacco, il ruolo si complica.

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“Come hai affrontato questa prova? Ti trovi nei panni di una donna?”

Innanzitutto pensavo sarebbe stato più facile visto che vivo con tre donne, quattro quando c’è la suocera. Invece non è stato così -anzi- non è ancora così, è una parte che sto perfezionando.
Più che altro perché non devo cadere banalmente in una caricatura.

Per entrare nella parte completamente aspetto il trucco e parrucco mentre per le scarpe, beh, sono settimane e settimane che le provo, ci cammino in casa.

Mi sono detto che potevo optare per un paio col tacco basso ma la verità è che più sono alto, anzi alta, più è divertente”.

Ho sbirciato le prove e vi assicuro che Stefano vincerà questa sfida. È fantastico.

La regista Sonia Martelloni nelle parole di Stefano Mordacchini

Stefano Mordacchini quando sale sul palco ha paura, e anche alle prove. Ma la sconfigge salendoci. Sembra un gioco di parole invece è una grande verità: per vincere i nostri piccoli drammi bisogna affrontarli.

Comunque, bisogna dire che riesco a farcela perché dietro ho, anzi, abbiamo il supporto di Sonia. Lei ha sempre una parola giusta per ognuno, nei tempi giusti, e ti fa capire in modo garbato quando stai sbagliando”.

Ma siamo sicuri di questa affermazione? Sonia quando è alla regia, basta guardarle i capelli, capisci che porta i diavoli in testa.

Ah, io la adoro Sonia. Pensa, ci siamo conosciuti al negozio che era di mia suocera, l’alimentari che stava a via Magliano. E io avevo un piccolo sogno di candidarmi per una parte, avevo visto tutte le commedie ma non osavo chiedere. E un giorno, invece, ci siamo trovati a parlare, me lo chiese lei sapendo forse il mio desiderio, non so. Ma ero felicissimo.

Tutt’ora sono orgoglioso di far parte della Compagnia, di essere rientrato e spero che troverà sempre una parte piccolina per me”.

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“Quindi, desumo, tu non sappia che Sonia Martelloni vuole lasciare”

Sonia? Ma no, lei è la nostra regista forever! Formello ha bisogno di Sonia, delle sue commedie. Se non esce ogni anno, massimo ogni due anni, delude la platea formellese. E ormai da lei si aspettano questo periodo di gioia, non vedono l’ora di venire a teatro. No, no. Impossibile smettere!”.

In effetti, Stefano ha colto nel segno. Formello ha bisogno di Sonia Martelloni, della sua grassa ironia, del suo modo di stare al mondo e di farci stare gli altri: quelli che la circondano e che le vogliono bene.

La Compagnia Lo Spannitore, lo vediamo anche con il trascorso di Stefano, è un punto di riferimento al quale si torna sempre. Sia da attori che da spettatori. Ci droga con l’energia che produce. E ormai si innesca un meccanismo che esplode appena esce la locandina che annuncia lo spettacolo. Ecco che c’è la ressa per i biglietti, ecco che l’attesa per la Prima diventa un conto alla rovescia, ecco che sei serate non bastano a soddisfare tutti quelli che vorrebbero essere presenti.

L’inizio e la fine delle commedie

Io sono un nuovo-vecchio, no? Perché sono andato, sono venuto, sono tornato, non mi sento all’altezza di chi c’è da sempre ma so che è un posto in cui mi diverto tanto, pure quando faccio degli errori, si ride lo stesso”.

Sfidiamo chiunque a trovare una Compagnia come Lo Spannitore: quando Stefano Mordacchini mi dice che il teatro è un luogo di spensieratezza, di tranquillità, che gli fa dimenticare i problemi e respirare un’altra aria, non si sta riferendo a un qualsiasi teatro ma a questo. Il nostro teatro, quello della gente. Il teatro di Formello, quello che porta sul palco la semplicità, i sorrisi, l’amicizia.

Infatti lo sai quali sono i momenti più difficili delle nostre commedie? L’inizio e la fine. L’inizio per l’adrenalina che si innesca naturalmente, e la fine perché quando ti saluti pensi già che domani non saremo insieme a provare, che domani non ci sarà un altro spettacolo, un’altra scena, un’altra risata. Perché va così, ogni giorno finiamo stanchi a teatro, ma non vediamo l’ora di ripeterla il giorno dopo e quello dopo ancora”.

E mi sa che siamo arrivati all’ultimo dei nostri attori che mi ha dato modo di chiudere in bellezza questo lungo racconto fatto di storie particolari e bellissime.
Vi aspettiamo alla Prima, e Stefano pure, col suo personaggio… tacchi iclusi!

 

 

 

La “Dottoressa Spizzico” sarà al Teatro J.P. Velly con
Arduino e Nazzareno 3

 

 

 

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