Luciana Impedovo, un sogno che diventa realtà
Luciana Impedovo ha vissuto a Formello fino a qualche mese fa poi si è trasferita a Roma ma, avendo preso un impegno con la regista della Compagnia Lo Spannitore, Sonia Martelloni, la ritroviamo sul palco del Teatro J.P. Velly nella commedia Arduino e Nazzareno 3.
“Come dire di no a Sonia Martelloni?”
Non vi sembra stia diventando il tormentone di questa nostra “vacanza” tra gli attori?
Ebbene, non ho chiesto a Luciana come ha conosciuto Sonia, perché lo so, Luciana si è prestata a recitare una piccola parte per il progetto “La Favola del Crémera”. E, si da il caso che questa lettura del libro sia avvenuta proprio all’ArteStudio San Sebastiano.
È stato chiaro da subito a me, figuriamoci alla regista, che Luciana ha un talento incredibile per la recitazione.
Recitare, che magia!
La recitazione mi libera, quando salgo sul palco mi sento come una farfalla.
Viene fuori una parte di me che mi da una sensazione di grandissima libertà come se potessi prendere le distanze dalla vita quotidiana che invece è più ingabbiata, inscatolata, più composta”
E lei sul palco si rilassa. Non è un’attrice nervosa, la sua esuberanza è ben dosata, non eccede, è giusta, fa il suo.
Crea per sé stessa ma anche per il pubblico una nicchia di racconto, una messa in scena che a un tratto diventa reale e la ami profondamente.
Tutta la solarità e le espressioni di Luciana Impedovo
Luciana Impedovo ti travolge e ti emoziona. Ha un’esuberanza innata, una solarità che non resta mai inesplosa, anche quando è seria. E sul palco diventa qualsiasi cosa: potrebbe interpretare anche un manico di scopa appoggiato a una parete.
Ha un’espressività che non cerca, le affiora senza pretese. E si muove stando ferma. Potrebbe non fare nulla ma catalizzare ugualmente su di sé l’attenzione.
“Questa attitude al teatro è sinonimo di sicurezza?” le chiedo.
Diciamo che non ho paura quando salgo sul palco, è più imbarazzo misto ad adrenalina, è un’emozione che sale, un tremolio che mi parte dalla punta dei piedi e mi travolge fin sopra i capelli”.
L’adrenalina è un sentimento che innesca tante cose insieme e quasi tutti gli artisti la considerano un’arma contro la paura, è lo scudo con cui affrontare le sfide.
Come supera le difficoltà a teatro Lucianina
Una volta sul palco, quando le luci travolgono la scena, che succede realmente?
Luciana Impedovo ha risposto così:
Io personalmente cerco di gestire il trambusto interiore calandomi completamente nel mio ruolo. Non mi vergogno, anzi, è una parte di me che posso sciogliere, modellare. Ma non guardo tanto il pubblico: se vedessi qualcuno a me familiare probabilmente mi imbarazzerei, anche se nella vita sono esattamente come i miei personaggi, un po’ biricchina, un po’esuberante, e quindi mi conoscono già in queste vesti”.
“Quindi non c’è nulla che ti mette in difficoltà quando reciti?”
La parte più difficile è ricordarmi esattamente le battute, perché ci sono delle battute che hanno un senso solo se dette proprio in quel modo, cioè come Sonia le ha scritte.
Se le dimentico sono costretta a improvvisare, ma ovviamente senza alterare il senso del discorso”
Arriva Tuzza, si salvi chi può!
Luciana si è approcciata al teatro un anno e mezzo fa ma, sin da quando era una bambina, le piaceva recitare, tanto che a scuola ha partecipato a diversi laboratori teatrali. Poi ha dovuto smettere e la vita ha preso un’altra direzione.
In questa commedia si diverte, le battute di Sonia le piacciono e il suo personaggio, Tuzza/Bettina a’ Crapara, è centrale tra i bisticcianti Arduino e Nazzareno.
Lei porta sul palco la sua drammaticità, gli occhi fiabeschi, quella farfalla che è in lei.
Con Tuzza indosso un personaggio buffissimo, che si rende quasi ridicolo, caratteristiche che mi appartengono e che mi piacciono.
Anche nella vita mi sento buffa. E comica”.
Il sogno da bambina diventa realtà
Minuta, gli occhi bassi che divagano, Tuzza entra in punta di piedi in casa di Nazzareno e riserva delle sorprese inaspettate.
Anche Luciana Impedovo è entrata in punta di piedi nella Compagnia Lo Spannitore, si sente fortunata di farne parte e si sta divertendo tantissimo durante le prove, nel costruire il percorso del suo personaggio.
Ognuno di noi ha delle caratteristiche.
Io mi immagino sempre come fossi una pietra preziosa, un diamante verde. A seconda del momento, dell’età, delle esperienze le parti di questo diamante vengono fuori.
Ecco, io sono felice che in questo momento della mia vita sia venuto fuori il teatro, un aspetto di me stessa sopito per tantissimi anni e per tantissimi motivi”
Non puoi perdere la buffa Tuzza/Bettina a’Crapara, due personaggi in un un corpo di farfalla!
Solo al Teatro J.P. Velly
Arduino e Nazzareno 3