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Personaggi e attori Compagnia Lo Spannitore

di Emanuela Gizzi

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Martina Bassano, una ragazza multitasking

Martina Bassano è una ragazza in gamba, posseduta da mille spiriti diversi. Quando ci parli li senti conversare tutti questi spiriti.
Lei può essere cento persone diverse ma una sola voce, la sua, che ha un timbro molto riconoscibile, quasi spezzato.
È statuaria quindi ha anche una presenza scenica importante e poi è anche seria, disciplinata-indisciplinata, sempre impegnatissima ma felice di condividere ancora una volta il palco con gli attori della Compagnia Lo Spannitore.

La recitazione mi fa divertire e mi fa osare, mi fa essere qualcun’altra, che sicuramente poi è il mio alter ego”

In Arduino e Nazzareno 3 torna ad interpretare Cesira Scortico, la sorella di Cornelia, La Muta. Cesira è una zitella attaccata in modo morboso a Cornelia, le vuole bene, la incita a parlare, dire la sua ma la vuole anche gestire.
Martina Bassano ha un ruolo lontanissimo da sé stessa: lei è indipendente, una donna moderna, un’amante della natura e degli animali. Vive in una casa in mezzo al bosco, voluta fortemente, e quando ha un obiettivo lo raggiunge.
Non sta attaccata alla gonnella di nessuno.

Tra regia e attorato

Nella vita non si limita a fare l’insegnante ma porta il teatro tra i ragazzi, cerca di trasmettere loro quest’arte illimitata.
E come lo fa, ce lo dice lei:

Innanzitutto quando salgo sul palco non ho paura, anzi, sono emozionata e quindi sapendo cosa si prova cerco di allargare a loro questa potenza del teatro.
Fare uno spettacolo con i ragazzi è diverso dal farlo con gli adulti perché dietro c’è tutto un lavoro pedagogico-psicologico, e di gioco.

Il gioco vale anche per gli adulti ma per i ragazzi subentra una regola provocatoria: più ti senti sciocco nel gioco, più il gioco sta funzionando”.

Ritagliarsi gli spazi

Ultimamente, io e Martina siamo molto in contatto per via de La Favola del Crémera,  di cui porterà in scena alcune parti con i suoi ragazzi. Inutile dire che io e le mie colleghe scrittrici, Sara Fianchini, Italia Sica e Cristiana Altarocca, siamo molto onorate ci abbia coinvolte e siamo anche molto curiose di vedere lo spettacolo.
La sua intraprendenza e le sue infinite risorse, fisiche e mentali, me la fanno amare tanto. Mi fanno sperare che il mondo non sarà abitato solo da nullafacenti e sbandati ma anche da ragazzi seri e dinamici, in cerca di una meta o di una strada per arrivarci.
Lei mi sembra quel tipo di persona. Un’affamata di vita.
A teatro è coinvolgente, propositiva, risoluta. Mi vien da dire che ha la stessa linfa della regista della Compagnia Lo Spannitore, Sonia Martelloni.
E, un ruolo da regista se l’è ritagliato davvero in mezzo al caos della vita.

Martina Bassano e la regia

“Come affronti questa avventura?”

Il compito del regista è quello di tirare fuori il personaggio nascosto in ogni ragazzo. Li faccio osare, devono essere qualcun altro e tirare fuori la loro parte ridicola, se ce l’hanno. Quello dipende anche da che tipo di opera approcciamo.

È importante che scavino fino a trovare una loro peculiarità, e fino a fare ciò che nella quotidianità non farebbero. La regola è che a teatro puoi fare tutto”.

“In Arduino e Nazzareno però sei un’attrice, sei tu sul palco e ti devi rapportare con la regista”

Sì, ma valgono le stesse cose che insegno. Gli attori devono essere stimolati da una guida che ha capito il loro valore, ha capito quanto possono osare e in base a questo indirizzarli.

Se hai un buon regista che si incavola quando le cose non le fai come devi e puoi, è più facile trovare la strada.

È chiaro che il personaggio lo deve interpretare l’attore ma l’attore spesso non vede tutte le possibilità che ha. Il regista sì, e ti fa ripetere la parte fino a che non vedi quello che vede lui, o lei, in questo caso”.

Da dove viene Martina?

Martina è un’attrice in prestito da un’altra Compagnia Teatrale, I Celebri Ignoti, di Leonardo Berti.
Leonardo che, lo ricordo per chi non lo avesse visto a teatro, ha dato spesso il volto ai personaggi di Sonia Martelloni, regista della Compagnia Lo Spannitore. È stato uno dei suoi ragazzi, e poi ha trovato il suo spazio come regista per dare voce ai giovani.
Nella prima commedia de I Celebri Ignoti, Martina aveva i ciucci che le tiravano su i lunghi capelli, gli occhiali tondi e la spavalderia e irruenza che le richiedeva il copione.
Negli anni è cresciuta, è diventata più sicura e ha rafforzato quello spirito di libertà che in lei era già predominante.

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Tre elementi fondamentali in scena

“Ci sono delle difficoltà sul palco che però diventano anche una sfida?”

Direi lo spazio, la voce e la mimica. Sono tre difficoltà oggettive.

La gestione dello spazio, anzi del proprio corpo nello spazio -che non è esattamente“proprio”, ma uno spazio comune dove si muovono anche altri attori-, lo si impara a comprendere strada facendo. Chi fa teatro da più tempo lo sa utilizzare meglio, ovviamente.

La voce e la mimica facciale sono due aspetti diversi ma complementari e bisogna necessariamente studiarli. Con i ragazzi facciamo esercizi in cui la voce non si usa per niente, ad esempio, perché il corpo va valorizzato quanto la voce, se non di più. Deve potersi esprimere.

E i ragazzi sono buffi, divertenti, superano questi aspetti -tra virgolette- difficili”

Un palcoscenico a metà

Martina, quando Sonia Martelloni la chiama, risponde  “Certo Sonia, ci sono” anche se ha una vita “tutta di corsa”.
E sul palco, oltre che con gli altri colleghi attori, condivide lo spazio anche con sua madre, Teresa Andreoli, attrice camaleontica della Compagnia.

“Com’è lavorare con tua madre?”

Con mia madre è divertimento assicurato perché essendo se stessa (e matta) sa in realtà essere tutti i personaggi più strampalati”

“Il tuo rito scaramantico prima di salire in scena?”

Merda sempre, e guardandosi negli occhi con gli altri attori”

Chissà se alla platea questo grido di battaglia arriverà forte e chiaro. Non ci resta che scoprirlo…

 

 

A Teatro J.P. Velly
con Arduino e Nazzareno 3

 

 

 

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