Teresa Andreoli, una Cupida tra noi
Teresa Andreoli è una star eclettica, un’attrice dalle tante sfumature.
I suoi occhi azzurri si trasformano mentre recita e quando li spalanca il suo impeto esuberante, verace e ammaliante ti entra dentro.
In tutti i ruoli è stata una camaleonte, si è trasformata sempre pur mantenendo integro lo charme innato, la disinvoltura, quella sottile leggerezza e autoironia che la rendono speciale e unica.
Mi piace riflettere sul perché faccio teatro da tanti anni: recitare è comunicare, e per me la comunicazione è importante, sono stata un’insegnante per 40 anni e un’attrice per molto più tempo, recito da quando avevo 10 anni e andavo agli scout.
Voglio raccontare storie e lasciare un messaggio. ma voglio essere anche buffa e far ridere con personaggi stravaganti”.
E, Teresa Andreoli stravagante lo è davvero! Sul palco e anche nella vita. Una donna di mondo direbbe qualcuno, ma in realtà è un fumetto, una donna briosa, fantasiosa, ha le sue paure ma veste i panni della leggerezza. Sottile, garbata, elegante, ha una finezza innata, una cifra tutta sua, originale. Una teatralità che sul palco le è naturale.
L’unica preoccupazione di Teresa Andreoli?
Dimenticare qualche battuta.
Per il resto non ha paura del palco, anzi, lo affronta con quella postura tipica delle persone che si danno, si mostrano, sono lontane dal nascondersi.
In questa commedia il mio personaggio non è caratterizzato, come al solito, da un dialetto stretto o da una nota bizzarra, anzi, è più lineare e conformista. Impersono un’insegnante d’Arte, un po’ nervosa ed eccentrica, e anche un po’ zitella. Cerco di gestire le situazioni e faccio da Cupido. Mi rispecchio molto nei problemi di lavoro e di famiglia del mio personaggio e, anche nella vita, ho combinato spesso incontri tra amici che ritenevo compatibili”.
La parte più difficile di una commedia teatrale, secondo Teresa, è quando molti attori si trovano in scena contemporaneamente e devono dare ritmo alla storia senza impallarsi, rispettando la sequenza delle battute.
Personaggio dopo personaggio
Ora, io l’ho vista recitare diverse parti e la predisposizione ad interpretare personaggi che sono lontanissimi tra loro la posizionano in un piccolo Olympo: è una caratterista.
Il grande slancio che mette per dare vita ai personaggi, la mimica elegante, l’assenza totale di freni inibitori le permetterebbero perfino di fare un monologo con cinque, sei, sette ruoli tutti diversi. Passare da una dama dell’ottocento a una volpe di bosco, da una cartomante a un topolino formellese senza battere ciglio.
Insomma, la sua poliedricità ci fa sperare di vederla almeno una volta in un pezzo tutto suo dove passa da un personaggio all’altro senza interruzioni.
C’è una frase di questo copione che le piace molto:
Signorino, Signorina… roba da medioevo! Ma, non sarà mica quello che penso io, no, non è possibile. Pensa se fosse vero, ma come faranno? Beh, ci penseranno loro…”
Ma chi saranno “loro”? E cosa “non è possibile”?