Amedeo Modigliani
– Ritratto di Jeanne Hébuterne –
Dipinto presso:
ArteStudio San Sebastiano
Esercizio 3
La frase di cui voglio argomentare oggi, come primo lancio di questa nuova rubrica che si chiama “Disegni Letterari”, è di Amedeo Modigliani.
Quando conoscerò la tua anima dipingerò i tuoi occhi”
La scelta degli occhi acquosi e senza pupille è una delle note distintive di Amedeo Modigliani, oltre ai colli amabili ed eleganti, da cigno.
Le donne di Modì
C’è chi ha desunto si trattasse di una mera difficoltà dell’autore di relazionarsi alle donne. Ma, strano, no? Infondo, nella produzione artistica di Modigliani, le donne sono sempre molto centrali e anche molto desiderate dal pittore.
Tra tutte: Jeanne Hébuterne, musa ispiratrice e donna della sua vita. Una donna che è morta suicida a poche ore dalla morte di Modì, e con un bambino in grembo che non ha mai visto la luce.
Molto sola e molto dipendente, questo era Jeanne. Legata a un uomo che le ha dipinto poche volte gli occhi, come se, nonostante la convivenza e una figlia, non conoscesse ancora bene la sua anima.
Tanti come Modigliani
La condizione di vita di entrambi, precaria e disfattista, li portava ad amarsi e odiarsi, a vivere di stenti. Non era nessuno Modigliani allora, conobbe un grammo di fama solo poco prima di morire.
Il che mi fa riflettere sulla triste sorte di molti artisti che in vita restano relegati nell’ombra mentre da morti vivono poi un grande trionfo. E il cui brillante talento emerge improvviso ma, ahimé, tardivo, quando cioè i diretti interessati non ne possono più godere.
Mi viene in mente la fotografa Vivian Maier, ma anche la nostra poetessa Alda Merini, tanto per fare due esempi rapidi. Ma ce ne sono tantissimi altri.
Gli occhi di Jeanne Hébuterne
Ora, indagando su questa frase ho scovato Léopold Survage, pittore e amico di Amedeo Modigliani. Egli dipinse Modì con un occhio normale e un occhio vitreo, dicendo: “Ti ho dipinto così perché con uno guardi il mondo, con l’altro guardi dentro di te”.
Ora, io non sono una pittrice, mi piace disegnare e mentre disegnavo gli occhi di Jeanne Hébuterne, in effetti, mi è sembrato di entrare in un pozzo profondo.
Ho accarezzato la sua tragicità ma anche quell’eleganza nel portamento, quella signorilità sublime. E quando ho pastellato d’azzurro gli occhi mi ci sono persa letteralmente, ho immaginato di raggiungerla su quella finestra e gridarle: il tuo bambino ha 8 mesi, sta per nascere, resisti… lui non ha colpe e nemmeno tu, fermati!
Modigliani ci apre dei mondi
Gli occhi rappresentano tutto, se ci pensiamo. Con gli occhi vediamo, e tutto quello che vediamo ci scorre dentro, sono accumulatori di sentimenti, delusioni, gioie. Per questo, spesso, basta guardare qualcuno negli occhi per intuire il suo umore.
La grande bravura di Modigliani è che pur sottraendo le pupille, paradossalmente, riesce ad offrirci occhi presenti, in grado di comunicare tutto il loro dolore, la loro tristezza.
Lo sguardo del personaggio ritratto è lì, non ti guarda e tu non puoi raggiungerlo, ma apre dei mondi da esplorare.
I “suoi” occhi mare sono sempre stati per me un grande punto interrogativo, ma anche una grande conferma: noi siamo fatti d’acqua, e lui acqua ha dipinto. Niente di più bello e semplice.
Ti ricordi? Avevo scritto un’articolo su Jeanne Hébuterne
Leggi il libro PICCOLI PENSIERI POLVEROSI
e il racconto NON HO BISOGNO DELLE ALI
Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.
2 commenti
Stupendo,come sempre.
Grazie mille Chicca!