In Val Gardena con Francesco, sui sentieri che gli hanno cambiato il modo di viaggiare e che lo portano a scegliere sempre e comunque la montagna
Un Patrimonio di libertà
La Val Gardena è un composto di vecchi sentieri del fronte, costruiti dagli alpini e dai Kaiser durante la Prima Guerra Mondiale. Questa si colorò del sangue dei combattenti che vi morirono per il freddo, la neve, le valanghe e per mano dei nemici.
Oggi quegli stessi percorsi sono itinerari turistici: bikers ed escursionisti si avvicendano continuamente sulle mulattiere, liberi di sognare.
È un po’ come stare in un vecchio teatro consumato, in cui si sono svolte rappresentazioni epiche, reali e drammatiche ma che sembrano talmente lontane dalla quotidianità da risultare fantastiche.
Dichiarata Patrimonio Unesco, questa terra, è impugnata dalle Dolomiti. Ci sono località magnifiche come Ortisei, Santa Cristina e Selva; e ancora sopra svettano il Sella, il Sassolungo e il Sasso Piatto, le tre cime dolomitiche.
Voler vivere in Val Gardena
In questa intervista a Francesco, ho ricavato alcune suggestioni sulla Val Gardena e mi si è aperto un mondo che non conoscevo affatto.
Mentre ne parliamo, ci impelaghiamo in tanti posti. Voli pindarici. E, a un certo punto, ci troviamo su un concetto: è davvero facile innamorarsi di un posto e pensare, un secondo dopo, di volercisi trasferire. Comprare casa, fare progetti, vedere una nuova prospettiva per sé stessi.
Viaggiare fino a qui
Tra i tanti luoghi del passato e del presente, di cui Francesco si è follemente innamorato, adesso predilige la montagna.
Sì, infatti, oggi sceglierei la montagna, non solo per le vacanze ma anche per andarci a vivere sei mesi l’anno.
Una malga, il silenzio, il cielo.
Siamo sui tetti del mondo. Non si può non amare questi luoghi carichi di energia, di storia, di tradizioni. Sono stato in diversi posti, ho viaggiato moltissimo. Ho visto anche la Patagonia, la parte appoggiata alla Cordigliera delle Ande. Lì ho riscontrato una natura simile a quella delle Dolomiti -pur trovandosi nell’emisfero opposto- ma non la pietra dolomitica, quella è introvabile.
Ho attraversato le White Mountain del New Hampshire e di recente ho riscoperto anche il Terminillo, che è un po’ fermo agli anni settanta ma è incredibilmente bello e vicino casa.
Il mare mi piace, e anche molto, ma ultimamente mi sono dedicato con la famiglia alla scoperta dei sentieri montani. La Val Gardena è piuttosto incredibile.
Il paesaggio custodito tra il Sella, il Sassolungo e il Sasso Piatto, rasenta la perfezione”
Tradizioni in Val Gardena che hanno fatto storia
Questi luoghi vanno immaginati ancor prima di metterci piede perché non sono soltanto salite faticose da percorrere ma rappresentano un mood, uno stile di vita, una cultura antica.
L’alpeggio è una di queste tradizioni, così come la lavorazione delle Madonne sacre e dei Presepi, un’arte quella dell’intagliatore che in alcune botteghe si tramanda da anche cinque generazioni. Il costume tirolese è un altro fattore identitario, peraltro considerato tra i più belli delle Alpi.
Poi c’è il ladino, una derivazione del latino popolare, una lingua che mescola le origini romane a quelle dei funzionari e dei soldati. E proprio perché da queste parti le radici sono importantissime, ancora si insegna nelle scuole, insieme all’italiano e al tedesco.
Scelte di viaggio
Francesco mi racconta dell’atmosfera incredibile che si respira in Val Gardena, del come nella sua vita oltre al viaggio fisico, anche quello mentale è stato decisivo per fare delle scelte.
Ci sono luoghi come la Val Gardena che ti agganciano nel momento giusto, o sei tu che agganci loro in qualche modo.
Negli ultimi anni ho iniziato ad apprezzare l’evasione che una montagna può darti. Quindi da sei, sette anni affrontiamo le Dolomiti con la mia famiglia, lasciando indietro le mete di mare. Anche se ci piacciono.
Perché adesso io mi sento collegato a questi luoghi, un affezionato. Forse passarci la vita è complicato, ma, ripeto, il pensiero di avere una malga e di potermici trasferire -magari sei mesi l’anno- non mi dispiacerebbe affatto”
Scalare la Val Gardena diventa vacanza ma anche percorso interiore
La Val Gardena crea dipendenza. È uno di quei luoghi che visitarlo una volta sola non è sufficiente, si ha bisogno di tornarci. Solo che poi non ci si stanca mai, e il resto del mondo sbiadisce in confronto.
Credo dipenda dall’attività mentale e fisica. Quando entri in quel loop non ne esci più.
È l’ascesa, il salire e arrivare in vetta, è il cercare di portarsi sempre più in alto.
Io libero la mente lassù e la concentrazione diventa una causa-effetto, non la devi raggiungere. L’ascesa verso l’altezza è una dimensione spirituale. Toccare Dio. Sentirsi leggeri.
Poi c’è l’aspetto puramente fisico, scatta dentro la competizione con sé stessi. Devi allenarti e arrivare a una certa quota. Quest’anno ho fatto il mio primo 3.000 e sono stato felicissimo.
Camminare tra le rocce, salire, faticare, e sapere che sei sul tetto del mondo serve per capirsi e capire tante cose”
Attrazioni senza tempo
Anche le strade e i percorsi qui hanno una loro personalità. Pioli, funi, gradini di ferro, scalette ricavate dalla terra sono parte della natura, non la interrompono, non la deturpano. Le locande sono rustiche, un arredo dell’ambiente.
Sì, e poi incontri i pastori che tagliano l’erba con la falce, a mano, e dove non arrivano loro subentrano gli asini e le mucche. C’è una comunione di intenti che difficilmente si dimentica. È rilassante!
Per non parlare dell’enogastronomia. Nessun altro posto ha l’offerta dell’Italia. E in Val Gardena ci sono delle specialità che ti corrompono.
Le uova rosolate su un letto di patate e speck mi fanno sentire il senso della montagna. Ma anche la polenta taragna condita con i finferli. Le salsicce e i funghi, i formaggi fusi. Sono tutte esperienze vive.
Il vino. Io sono un cultore del vino, assaggio tutto. Sposo la causa!”
La montagna e altri luoghi
Francesco ribadisce che la Val Gardena ha tutto questo e che è difficile desiderare altri luoghi.
“Non vivrei mai negli Stati Uniti, lo vedo troppo distante da me. Non conosco l’Asia o l’Africa ma mi piacerebbe scoprirle. Magari trovo una dimensione che potrebbe appartenermi. Ma ci sono delle vere miniere di bellezza anche dietro l’angolo di casa. Vivo sopra uno dei più bei luoghi di Formello, la Cascata dell’inferno, e sono vicinissimo alle Fonti del Crèmera, alla Valle del Sorbo. Camminare in questi posti, lo stesso, mi porta in una bella dimensione”
La montagna, comunque, resta la meta di tanti viaggiatori che ne hanno fatto una necessità e anche una seconda casa. C’è nelle montagne una magia indisturbata che governa. Gli uomini non possono governarla più di tanto e forse l’attrazione deriva dai suoi divieti, dalla sua impenetrabilità e anche dalla sua pericolosità.
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La mia Pagina Fb
Un’altra intervista a Francesco Mascitti
Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.