La Capanna dei Pastori a Formello ha trovato dimora in località Fontana Rutola, proprio sotto al centro storico di Formello e è come una piramide che emerge dalla terra
Passato o Futuro?
La Capanna dei Pastori a Formello? Ci si fa vanto di uscire di casa ed essere a tutti gli effetti pellegrino del proprio Comune.
Di camminare su una via che arriva dall’Inghilterra. Si pensa in grande, al turismo sostenibile, a tutte quelle cose che fanno sembrare, un paesino del Lazio, una meta straordinaria e poi, improvvisamente, spunta la Capanna dei Pastori a Formello?
Credo che abbiamo guardato tutti, con sospetto, a questa nuova realtà, io almeno ero stralunata. Ma come, dobbiamo evolverci e costruiamo una capanna? Sarebbe più giusto dire, vecchia realtà, dunque.
Con questa immagine di contrasto -che avevo in testa- l’altro giorno, quando mi hanno invitata a partecipare a una camminata -che sarebbe culminata davanti alla -ormai famosa- Capanna di Fontana Rutola- io ho sorriso, lo ammetto.
Poi mi sono ricordata dell’inaugurazione, alla quale non ero potuta andare, e al fatto che i bambini dell’Istituto Comprensivo Barbara Rizzo erano stati parte attiva del progetto. Ho pensato sinceramente che, aver fatto interagire bambini e anziani, fosse stato un bel modo di portare avanti la memoria del nostro tessuto sociale.
Così mi sono ricreduta.
Davanti al futuro passato
Accodandomi, alla lunga fila di persone, sono andata ad accogliere la delegazione dell’Unità d’Italia a Cavallo che stava percorrendo un tour, partito da Torino, e mi sono ritrovata finalmente di fronte alla Capanna dei Pastori.
Guardi il cellulare e dici “cavolo sì, sarà pure tecnologico, ma vuoi mettere con questa costruzione?”.
Era davvero un artefatto incredibile. Con un’anima. Un altro simbolo etrusco, da aggiungere alla lista dei siti di interesse di Formello. Ma prima di tutto un elemento che testimonia come si possa recuperare l’identità di un popolo, le sue tradizioni e, al pari, buttare un occhio al futuro cavalcando paroloni come sostenibilità, rilancio turistico, promozione culturale.
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Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.