L’Arte nascosta è come un segreto che rimbalza tra le pareti private di qualcuno, e nel curiosare sono entrata in casa di Guido Santi per svelarvi un po’ dei suoi segreti
Il principio dell’Arte
Di Arte nascosta è pieno il mondo, poi ti capita di entrare nelle case delle persone e scovarla. E ti accorgi che è uno spreco per la società.
Guido Santi è un artista, uno che il fuoco sacro ce lo ha dentro, in tante forme diverse. Quel tipo di arte che diventa lavoro ma che può anche essere più bella se la si costruisce per il proprio piacere personale. È intesa come un modo di trovare sé stessi e il proprio equilibrio interiore, come se fosse un’anima a sé stante che ha bisogno delle mani di un uomo per rivelarsi.
E Guido quest’anima la studia, la plasma, da grafico ma anche da artigiano, la ammucchia -come fanno molti artisti- tra le pareti della sua vita.
Questa diventa Arte nascosta.
Arte nascosta all’animo umano
Prima di dirvi come la penso sulle opere d’arte che restano nell’ombra e quindi dei talenti che non conosceremo mai, vi scrivo della nostra chiacchierata.
Guido innanzitutto veniva dallo scientifico. Ma come spesso succede l’arte è un elemento innato che non sempre è chiaro a chi ne è provvisto. E anche quando lo si ha distillato dentro e fa i capricci per uscire, quando si ha l’urgenza di dargli voce e corpo succede che non si è preparati. Si arriva perfino a mentire a sé stessi: ” Ah, ma è solo una passione!” . Ecco la bugia principale è questa e così la vita per un po’ prende una direzione che va da un’altra parte.
Ma si entra in sofferenza.
Io mi ero reso conto già alle medie di saper disegnare discretamente, certo non pensavo di farne un lavoro. Quindi ho sbagliato indirizzo scolastico. Però una volta capito che lo scientifico non era stata una buona scelta, mi iscrissi prima alla Scuola Internazionale di Comics e poi ad un corso di computer grafica.
Avevo dato una sterzata, anche se lavorare al computer non è esattamente la stessa cosa che disegnare. Ho iniziato a lavorare nel settore del 3D, ho aperto anche una società tra amici, e ho lavorato per una casa di produzione. Insomma mi sono fatto le mie esperienze. Poi per varie vicissitudini la mia vita ha cambiato di nuovo direzione”.
Dalla parte della matita
Ma Guido è uno di quegli artisti che ama davvero il suo mestiere, non è solo un lavoro, è un modo di essere. Quindi succede che entri in casa sua, e di sua moglie Eleonora, e lo trovi chino sul tavolo a dipingere, circondato da mostri di plastilina e teschi di legno. Un laboratorio-salotto, un mondo tutto suo dove il senso di dipingere e di creare non lascia spazio al vuoto.
“Io amo farlo per me stesso. Sono libero di divertirmi, di inventarmi supereroi e supereroine, di sbagliare e ricominciare”.
Alla domanda “Ma tu sei più un grafico o uno con la matita in mano?” lui risponde “Non c’è storia, uno che disegna”.
Impara l’Arte e mettila da parte
Può sembrare banale ma la digitalizzazione ha cambiato il lavoro del disegnatore in modo sostanziale. Per essere più diretti: tutti potrebbero imparare a lavorare su programmi di grafica, più o meno bene, ma pochi possono dire di saper disegnare.
Anche questa è un’Arte nascosta.
L’evoluzione ha divorato gli artigiani e quelli che resistono lo fanno perché, come Guido, amano follemente tirare fuori la loro più intima espressione.
Come dire, per lavoro utilizza il computer perché deve, ma quando lo fa per sé utilizza la matita e i pennelli.
Il 3D è interessantissimo come settore ma è anche molto più facile. Il painting digitale oggi fa cose mostruose, si ha a disposizione una tavoletta grafica perfetta e poi, diciamocelo, se sbagli basta fare control-zeta, recuperi. Quando disegni o dipingi, se sbagli hai sbagliato. E nell’ambito del lavoro il computer ti fa risparmiare tanto tempo, è più veloce.
I livelli che sono riuscito a raggiungere con dei programmi top, non sono mai riuscito a raggiungerli con la pittura, o pure quando ci sono andato vicino ho impiegato il triplo del tempo”
Mi mostra un quadruccio su cui sta lavorando e aggiunge “… però, vuoi mettere che soddisfazione questa roba qui!”
Arte nascosta ma viva
Quello che mi succede quando entro nella vita degli altri è che mi immedesimo tantissimo nelle loro esperienze e soprattutto sento forti i loro valori, mi commuovono, costruiscono trame nel mio cuore.
Lo stesso mi è successo con Guido e quindi mi è arrivato all’istante il suo ruolo da artigiano. Guido è uno che se gli togli il computer non resta con le mani in mano. Sa assolutamente creare a mano libera, senza strumenti di supporto. Anzi, lo predilige proprio perché se non lo deve fare per lavoro chissenefrega delle tavolozze grafiche, meglio quella di legno dove i colori sono reali.
È un puntiglioso dei dettagli, questo lo si vede da come lavora. Ma quando parliamo dei mostri in plastilina alle sue spalle mi dice: “Lì nessuno può dirti -hai sbagliato- perché sono mostri, non hanno delle proporzioni a tutti i costi, non devi rispettare delle regole. La mente crea braccia lunghe, corpi abnormi, teste pesanti”.
Tutto parte sempre da un disegno a mano
Da piccolo, mi racconta, era infatuato dai supereroi dei fumetti, è stato questo a fargli scattare la voglia di creare delle figure mostruose. E lo ha fatto da autodidatta, guardando qualche tutorial su internet e poi mettendoci del suo.
C’è un grande Drago alato che attira la mia attenzione. Sono curiosa di capire che tipo di lavoro c’è dietro.
Devi immaginare che tutto parte da un disegno preparatorio, come sempre. Poi quando mi sono fatto un’idea inizio a costruire lo scheletro con del fil di ferro. Questo serve per sostenere il mostro e dargli movimento. Quindi vado a creare l’intelaiatura. Uso la zanzariera e la carta stagnola.
Essendo grande, per risparmiare sulla plastilina, nel Drago ho messo più stagnola. In alcuni casi non la metto proprio.
Alla fine plasmo la plastilina sullo scheletro”.
Un Arte nascosta che sembra un carosello
Il mio sguardo si sposta verso il camino. Il suo talento per la manualità sembra irrefrenabile e spazia su altri campi.
Sopra la mensola ci sono tanti piccoli e grandi esseri di legno. Sono bellissimi. Sono tutti allineati come soldatini di legno e mi piacciono perché ognuno ha una sua propria identità.
“Anche per quelli sei autodidatta?”
Soprattutto per quelli. Ci sono molti meno tutorial in giro e quindi è tutta pratica. Serve del legno che non sia duro ma nemmeno troppo tenero, tipo il tiglio. Uso dei blocchetti di legno che ordino su internet.
Quando li lavoro l’odore del tiglio mi fa emozionare. Ricalco sul foglio la grandezza del blocchetto e ci disegno dentro quello che voglio tirarne fuori. Poi riporto -al contrario- il disegno sul blocchetto, e inizio a scavarlo.
Essendo miniature piccole utilizzo solo la sgorbia da palmo. Contrariamente, se dovessi mai fare una scultura grande, dovrei prendere un altro tipo di sgorbia e usare la mazzetta. Solo che mi servirebbe anche un tavolo da lavoro adatto e per ora con la bambina piccola non è il caso di mettersi a fare troppa polvere. Per ora mi vanno bene queste miniature”.
Tra una poppata e una pennellata spuntano le arti marziali
Quando non è chino sulle tele o sui suoi supereroi, a lavorare, fa il papà di Flaminia, gli da le pappe, la coccola. Poi torna ai suoi altri “figli”.
Guido a un certo punto mi sorprende: mi fa vedere delle magliette su cui ci sono dei disegni fatti da lui -anticlericali- dice, che provengono dal suo amore per le arti marziali.
Arti marziali che per me sono sinonimo di grande disciplina e quindi subito li collego alla sua arte.
Lui allora mi dice “Sì, può darsi, in fondo è la mente che guida la mano! Però è anche vero che io ho imparato Wing-Chun e poi il pugilato grazie a lui”. Mi indica un ritratto di Bruce Lee.
L’Arte nascosta come espressione più vera dell’animo umano
Quando si parla di Arte nascosta si parla proprio di questo. Del mondo che ognuno di noi ha dentro e di cui sono a conoscenza in pochi. La nostra cerchia di amici. I nostri genitori. La moglie, il marito. Forse i figli.
E allora ti accorgi che qualcosa non funziona. Chi ha un talento non può e non deve rimanere nascosto. È ingiusto. Non è sano. Se chi fa artigianato sparisse davvero, sarebbe una grande perdita per la nostra società.
Infatti cosa mi risponde Guido alla domanda “Cos’è l’arte per te?”
L’espressione della creatività umana ma non dobbiamo essere per forza Michelangelo. Anche il contadino che pianta un cannucciato per far crescere i pomodori, a modo suo, è un artista”.
L’Arte nascosta è per me fonte di grande sofferenza. Per questo forse ho deciso di inserire la rubrica “Viaggio a Regola d’Arte”, per raccontarvi mondi sommersi ma belli.
Se hai perso la storia degli altri artisti che ho raccontato, qui un riassunto:
FRANCESCO MASCITTI, FOTOGRAFO
MONTEMONACO, IL PAESE DEI PRESEPI DIFFUSI
ROSALBA CAMERAN, CUOCA PASTICCERA
MARIAESTER GRAZIANO, SCRITTRICE
VIOLA CHIAVACCI, FOTOGRAFA
ALCUNE FOTOGRAFIE DI SHIKOME ART DI GUIDO SANTI