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L’amicizia è uno dei viaggi più belli della vita

di Emanuela Gizzi
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L’amicizia come valore, come storia, come complicato intreccio di mondi. Le mie amicizie, i miei mondi, il mio tutto e anche il mio niente

L’amicizia è un sentimento forte, dicono. Un tesoro. Quando si ha un amico vicino si possono superare meglio le situazioni complicate. Tutto vero. Ma quanti amici abbiamo, quanti ce ne siamo portati dietro dall’infanzia, dalle scuole, dal lavoro?

Tanta amicizia, ma reale?

Mi capita di ripensare a quanti amici ho avuto nel corso di questi miei anni. Li potrei quantificare paragonandoli a una discoteca. Grande, non piccolina. Molti dei miei amici erano al bar, intenti a bere, altri ballavano scalmanati, qualcuno pomiciava nel bagno e, quelli più disinteressati alla musica erano fuori a fumare, chiacchierare, respirare.
Mi potrei collocare con ognuno di loro in una qualsiasi di queste situazioni. Non perché sono una che si adatta, anzi, ma perché ho vissuto almeno trenta vite.
Qualcuna bella, altre un po’ tristi, goffe, nauseanti. Molte solitarie, ma poche senza un amico di fianco.

Dall’infanzia a oggi

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Io coltivo ancora le amicizie dell’asilo. Pochissime in realtà. Vi potrei parlare di Marina B. e Sabrina L., che ho adorato sempre perché in loro ho trovato un sorriso sincero ad accogliermi, e uno sguardo aperto. Quella prima complicità con un altro spirito affine, che non fosse mia sorella.
Poi si sale sull’altalena perché la vita cambia, e anche gli interessi, subentrano gli studi, le passioni, i fidanzati.

sabrina-emanuela-gizzi-mapping-lucia30Una spinta e sei adolescente, una spinta e sei già adulta. Un’altra spinta e lavori, infine formi una famiglia. Non è il mio caso ma il loro sì.
Però basta tornare con i piedi per terra per ritrovarle, come se il fatto di non sentirsi spesso, o vedersi ogni giorno, non fosse poi così importante.
In fondo chi si vuole bene per molto tempo non ha bisogno di dirselo o dimostrarselo. E allora ecco che l’amicizia non è solo un sentimento ma un filo. Un filo invisibile che ci lega per sempre.

Marina è una sognatrice, ha creato il marchio “De Nicchia” per dare dei messaggi solidali, studia ancora, è una testa brillante e ha tutta una sua filosofia di vita che mi ispira fiducia. Sabrina è una gran lavoratrice e la sua allegria è contagiosa, quando c’è lei e disgraziatamente ride, tutti ridono anche se non sanno perché stanno ridendo.

L’amicizia raddoppia

Io poi non ho avuto solo un paese da vivere, ma due. Uno è Formello e l’altro è Amandola. La mia infanzia è indissolubilmente legata ad Amandola. E di questo posto, della mia Villa Verri mi porto dietro un cofanetto di amici a cui ho voluto un mondo di bene. Un bene che non so pesare e che non ci starebbe tutto in quella discoteca.
Per questo quando parlo di loro mi si annoda subito lo stomaco. Ci siamo conosciuti tutti lì, chi in vacanza, chi perché ci abitava.

Il limbo

amicizia-emanuela-gizzi-mapping-lucia_3Ivan G., per esempio, è il mio amico di Milano. Un piezz’e core. Il nostro primo incontro è stato singolare, un po’ d’acredine in superficie, ma un attimo dopo eravamo a correre insieme, saltare sul fieno, addormentarci lì stanchissimi, raccontarci i segreti, i sogni, a salire sugli alberi, a bere il vino cotto di Mario, a ubriacarci di libertà.
E, in Amandola, c’è soprattutto Alessia G. che è come una sorella. La adoro. Lei è di poche parole ma quando parla ha una fine ironia, la vorrei vicina per questo suo spirito, vorrei ridere ogni giorno alle sue battute, ricordare i vecchi tempi.
Poi Katia G. e Lorenzo G., con cui mi sono divertita tantissimo. Non ci vediamo mai, anzi ci siamo persi di vista per molto tempo ma la verità è che quel tipo di filo non si spezza nemmeno se lo tiri.

La cricca

E poi c’è la cricca. Luigino L., Raffaele C., Maurizio P., Massimiliano F., Eliseo B., Grazia A., Giuliana A.Maura M. e Katia C. e con ognuno di loro ho ricordi bellissimi, eterni. Ogni tanto, quando affiorano, mi riscopro a sorridere o a piangere. Ne abbiamo combinate tante insieme. E, tutti noi poi, siamo legati a un amico che non c’è più. Il nostro caro Patrizio A.. Lui era quello più libero di tutti.

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Mi prestava le sue macchinette, ne aveva tantissime, e giocavamo ai poliziotti, lui era Hutch e io Starsky. Se n’è andato un giorno, in sella alla sua bicicletta, e quel vuoto è stato insuperabile. Almeno per me.
Lo sapete com’è no? Ci si innamora della propria infanzia, la si tiene chiusa in un barattolo, ben sigillata perché non evapori.  Infatti è l’unico pezzetto della mia vita che è rimasto immacolato, perché mi sentivo protetta. Erano ancora lontani i drammi, e ogni giorno era perfetto.

Le amicizie no

Quando si parla di amicizia, la scuola in questo senso è un collettore ma anche un grande trituratore. Tra quei banchi o ti piaci o ti odi. Io ho fatto dei pessimi incontri. Ne parlavo proprio qualche giorno fa di quanto sia importante circondarsi di gente giusta, vicina alle proprie idee, ai propri ideali, che abbia lo sguardo cristallino. Ma non ce n’erano molti allora, o io, semplicemente, non li ho trovati.

Case History

Tra tante ragazze negative che hanno incrociato la mia vita, una mi è rimasta impressa. Daniela L.S.. Era alle medie con me. Lo sguardo tagliente, insincero, maligno. Ne avrete incontrati anche voi di sguardi così, e lo sapete, non sono teneri. E dopo un po’ ti rendono le giornate pesanti. Non era la classica bulla ma mi bullizzava con la sua presenza. Era insensibile, fanatica, col naso aquilino, i capelli come spaghetti. Il fatto che abitassi a Formello la faceva molto ridere.
“Ah, Formello” risatina “dove vivi con le pecore?” oppure “Come profumo cosa usi, la puzza di pecora?”.
Questo solo un sunto delle frasi carine con cui cercava di isolarmi. Senza un motivo, in verità.
O forse ero stata solo troppo cortese. La cortesia, da tanta gente, viene vista come un segno di debolezza.
Adesso, nel ripensare a quei momenti, mi sembra una stupidaggine, ma ho vissuto tre anni in quella classe e non era bello sentirmi deridere ogni giorno.

Risvolti

Certo, oggi riderei io. Formello è uno dei paesi più ambiti per qualità della vita, magari me la ritrovo come vicina di casa. Non si sa mai, no?
Invece però l’ho incontrata dopo venti anni a una di queste terribili cene di classe generate da Facebook, e a cui vai perché pensi: chissà quanto saranno cambiati! Sei curiosa, immagini di riallacciare i rapporti, ma quando sei lì capisci perché non hai mantenuto alcun contatto con loro.
Lei mi ha squadrata e mi ha detto “Ma dove hai comprato queste scarpe?” le pupille pungenti e anaffettive. Va bè, si può rispondere a una domanda così dopo venti anni?

L’amicizia non ha bisogno di finzione

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Quindi, proprio l’altro giorno, riflettevo sul fatto che per molto tempo, diciamo fino ai 30 anni, la maggioranza della gente che ho frequentata non aveva nulla di me, non mi rappresentava.  E se li ripenso oggi, mi chiedo cosa mi tenesse unita a loro, e soprattutto perché mi fossi messa in una posizione così “fuor d’acqua”. O forse lo so. Per essere apprezzata. Ai ragazzi posso consigliare solo di non “vendersi” per piacere agli altri, di avere cura del proprio essere, di piacere principalmente a sé stessi.
Da giovanissima ho sempre faticato molto ad instaurare un rapporto sano, sembrava complicatissimo. La sintonia era mal orchestrata e bastava uno spiffero di vento perché mi ritrovassi a terra, da sola, senza una mano a tendermi un aiuto.

Un po’ e un po’

In età adulta invece ho incontrato solo gente come me. Stranissimo. Ma non è perché siamo tutti più consapevoli e navigati. Sarà semplicemente come il sistema solare, ci sono un po’ di meteoriti e un po’ di stelle, un po’ di pioggia e un po’ di arcobaleni.
Nonna avrebbe detto molto più grevemente “quando a tordi e quando a grilli” e a me questa frase, mi fa ridere tantissimo perché nonna la diceva a nonno quando tornava da caccia. Nonno non prendeva mai niente, non era un cacciatore vero, e se disgraziatamente prendeva un piccione venivano giù certi pianti e musi lunghi. Ero capace di non parlargli per due settimane. Poveraccio, secondo me per questo gli scappavano tutti, come diceva lui.

L’amicizia indivisibile

E parliamo del presente. Delle amiche che mi porto dietro da tanto tempo e dalle quali mi sento indivisibile. A quarant’anni ho tirato giù tutte le foto che ho trovato per celebrare questi rapporti longevi. Per ringraziarle, per commuoverci insieme e ricordare tutti i momenti che ci hanno unite.

Emanuela, Alessandra Chicca e Barbara sono come “il sale della terra” per la mia vita. I miei punti di riferimento sempre. La mia aria, la mia acqua, la mia casa. Sono diversissime tra loro ma simili a me.

Amica del vento

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Con Emanuela F., al primo sguardo, ci siamo detestate. Lei è Madre Vento, arriva ti scompiglia i capelli, fa tutto da sé e poi riparte come se qualcuno la inseguisse. È una persona forte, solare, acuta. Abbiamo sempre riso, perfino quando parlavamo di delusioni d’amore. Abbiamo pianto solo una volta, al suo matrimonio. E non perché si sposava ma perché ci rivedevamo dopo una rottura durata tre anni. Un inferno senza di lei. Così, complice Alessandro, suo marito, quel giorno sono spuntata sull’altare con una bandiera della pace in mano. Lei era vestita di bianco, io di nero, quando ci siamo abbracciate sembravamo i Ringo. Che ridere. Uno dei giorni più belli della mia vita. Lei vive in piena campagna, amo casa sua, quelle distese di terra, gli ulivi. Considero casa sua la mia. I suoi genitori i miei. C’è un senso infinito di pace quando ci vediamo. E mi ha regalato l’emozione di diventare la madrina di Flavio, anche se, devo dire che l’emozione più grande l’ho provata quando sono venuti al mondo, lui e la sua gemellina, Viola. Erano così piccoli e perfetti. Quella tenerezza che diffondiamo appena nati, di purezza, inconsapevolezza. Il carico delle sovrastrutture arriva dopo, quando le delusioni ci fanno fare passi indietro. Quando ho conosciuto Emanuela venivo da una di quelle sconfitte clamorose in ambito di rapporti umani. E ne ero rimasta ferita. Però ho aperto di nuovo il mio cuore e le mie braccia perché la sintonia con lei era qualcosa che non potevo gestire. Ho visto nei suoi occhi una sincerità che non potevo ignorare. D’altronde se pensassimo di frenare i nostri sentimenti per evitare di soffrire saremmo destinati a una vita inerme, senza emozioni.

Amica della pioggia e del sole

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Con Alessandra F. ci siamo conosciute alla fermata del Cotral, proprio in quel periodo terribile delle Medie. All’epoca si chiamava Acotral, comunque. Lei è l’amica con cui mi sono divertita a crepapelle perché è buffa, folle, un cartone animato. Se da un lato ha un senso innato di ironia e leggerezza dall’altro è anche molto, moooolto ansiosa, quindi incontenibile. Provate a disinnescare una bomba. Ecco, un giorno prendono il sopravvento i suoi malesseri e le sue pene d’amore, un altro giorno la sua energia contagiosa e la risata isterica.
Mi prendo meno seriamente quando sto con lei perché riesce a farmi ridere con una smorfia. Lei, a proposito, fa teatro e in quelle occasioni che sono andata a vedere le prove dei suoi spettacoli sono sopravvissuta a me stessa. Vi è mai capitato di ridere fino a non sentire più le mascelle e avere un mal di stomaco lancinante? La visione di me piegata in due e di lei che sfarfallava sul palco per farmi ridere è ancora una delle emozioni più belle che mi porto dietro.
Ale a volte mi sembra un’aliena scesa in terra solo per farmi compagnia. Poi qualche volta penso esattamente il contrario. Alla fine siamo due aliene che si sono trovate e questo mi fa sentire fortunata. Abbiamo 40 anni di amicizia alle spalle, qualche periodo di stallo, ma non abbiamo mai litigato, e non per merito mio. Io so essere pesante, con lei però non mi riesce. Ale sa cambiarmi prospettiva.

Amica delle farfalle

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Con Chicca, detta Cristiana A., (non ridere di questa mia visione del tuo nome), per assurdo -ma nemmeno tanto se uno ci vede camminare insieme- non ci siamo conosciute a Formello, dove entrambe abitiamo. No, troppo facile. Io vivevo a Londra, era il 1997, forse 98, non ricordo bene, e ricevo una telefonata.
“Guarda viene Cristiana a Londra per 4 settimana, vedi se puoi aiutarla, deve trovare casa, accompagnala a vedere la città”.
La conoscevo solo di fama questa Cristiana: era quella gran fortunata che s’era presa il ragazzo più bello di Formello, Mauro A.
Dico “Ok, va bene. La porto in giro per Londra, che problema c’è?”
Ma su 4 settimane ha pianto 5 settimane perché le mancava casa sua. Io ero perplessa, lo giuro. Anche perché una settimana è venuta sua sorella Rita, una settimana è venuto Mauro, in soccorso, perché lei piangeva anche al telefono. Io ho pensato seriamente: ma questa a Londra che c’è venuta a fare?
Però vi dico che oltre alle lacrime, lei è gioia pura. Pura negli affetti a lei cari, pura nei sentimenti. Ecco, ci siamo unite lì. Poi, una volta a casa, ognuna ha proseguito con la sua vita. Ma, ogni volta che ci vedevamo, ridevamo con le lacrime agli occhi pensando alle sue 4 settimane londinesi. Poi, come avviene per i grandi amori “che fanno dei giri immensi e poi ritornano” ci siamo ritrovate, e da quel momento non abbiamo fatto altro che costruire ponti. Cristiana mi salva, come mia sorella, da molte cose. Anche se non lo sa. Mi salva e con lei giriamo su una mongolfiera… “Quel tetto, via, non ci piace; quella piazza su’-che tristezza- organizziamoci un evento; e quei fiori? Ma no, piantiamoci degli ulivi!”.
Insomma, oltre a sognare facciamo tante cose belle insieme. Non riesco a pensarla se non inglobata a me. E è risaputo che ha le mani magiche. Chi conosce la Locanda degli Angeli sa cosa intendo.

Amica della strada

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Infine c’è Barbara N. Una di quelle amiche forti e fragili, belle e appassionate. Ci siamo conosciute sul posto di lavoro ma ad unirci davvero sono state la politica e i viaggi. Non c’è niente che ti lega più degli ideali. Quando ce li hai ti scontri sempre con qualcuno ma se trovi chi la pensa come te, un senso di indistruttibilità si impossessa del tuo corpo. Barbara è ironica, super organizzata, una specie di caterpillar. Una che mangia anche i sassi e li digerisce. Che ama il mare. In un’altra vita deve essere stata un pesce. Una che viaggia in costume. Cioè, Barbara è il mio esatto contrario. Io quella fragilina di stomaco. Il mare? Anche no. Oddio, ma qui ci vuole un foulard, tira un po’ d’aria mi ammalo. Quando andavamo in giro, mi sono sempre chiesta, cosa la gente pensasse del nostro accoppiamento. Lei in bretelline, io imbalsamata nella pashmina di turno. Foto mitiche ci rappresentano come se lei stesse alla Maldive e io sul Monte Bianco.
Daffodil, come la chiamo io per via del cognome, è una viaggiatrice incallita e questo bisogno di scoperta ci ha sempre portate a vivere dei momenti indimenticabili. Inoltre mi ha fatto delle sorprese davvero bellissime. Alla presentazione del mio libro “Farfalle” è arrivata con una torta a forma di libro, sopra c’era scritto il titolo del libro, e delle farfalle di marzapane svolazzavano intorno. Invece ai miei 40 anni mi ha regalato una scatola, tra l’altro più grande di lei, quando è scesa vedevo solo una scatola muoversi con due gambe sotto, con dentro tanti regali, ognuno collegato a un nostro viaggio.

Gli amici nuovi e speciali

Non mi basterebbero cento pagine per descrivere tutte le persone che sono entrate a far parte della mia vita ma alcune più recenti le voglio nominare perché a un certo punto hanno segnato la mia strada. Non ho più incontrato una Daniela di turno ma tante amiche e amici speciali, persone con cui condividere progetti e passioni. Grazie a tutti voi di donarmi ogni giorno un pezzetto della vostra anima.

Vi abbraccio,

Giuseppina L., Ersilia A., Sonia M., Patrizia S., Giovanna M., Giovan Battista B., Luisella M., Antonella P., Emilia G., Rosalba C., Filomena B., Mariaester G., Rosa P., Francesca L., Edoardo P., Marco M., Fabio S., Sergio C., Claudia L., Cesare G., Francesco M., Pan Se, Cristiano F., Lorena C., Luca C., Francesca P., Francesco B., Sara F., Italia S., Sara C., Loredana C., Tina, Bruna B., Carlo A.G., Veronica Z., Lauretta N., Alessandra, Lara G., Irina B., Barbara S., Antonella F., Emanuela A., Chiara M., Roberta S., Eleonora P., Lauretta F., Antonella C., Elena Ana B., Valentina M., Vanessa P., Laura , Armando F., Katia G., Andrea T., Andrea B., Francesca F., Georgia S., Fabrizio S., Silvia D., Ombretta A., Roberta A., Fiorella F., Cristina B., Rosanna, Bruno M., Giovanna D.V., Mezia S., Gaia G.,  Emiliano S., Enrico B., Francesca A.,  Marcello A.,  Simona B., Emanuele G., Anna D.C., Ilaria C., Manuela T., Gabriella B., Vincenzo P., Fiorella B., Debora G., Chiara S., Simona S., Fabiana P., Cristina D., Stefania P., Chiara G., Vittorio A., Anna Maria M., Stefania C., Andrea R., Eleonora T., Cetty A., Anna Maria C., Alessia B., Alessia F.

e Eliana C.

e Flavio B.


L’ultimo libro pubblicato:

La Favola del Crèmera: un libro per chi ama la Natura

Emanuela Gizzi Fotografa ideatrice di Mapping Lucia

Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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6 commenti

FERDINANDO FABI 8 Novembre 2021 - 21:52

Bravissima! Scrivi molto bene!

Rispondi
Emanuela Gizzi 9 Novembre 2021 - 16:48

Grazie Ferdi,
ho saputo che hai testato i piatti della Transumanza!

Rispondi
Sara Girgenti Franchetti 9 Novembre 2021 - 07:20

Letto tutto mi sono svegliata stranamente alle 6,30,tu hai il potere di toccare il cuore come un delicatissimo e bravo cardiochirurgo, quante cose belle hai scritto ,io sono tanto più grande di te ma ho la fortuna di conoscerti e anche se non vi frequentiamo spesso ti sento sempre vicina e affettuosamente amica . La tua sensibilità e il tuo bel modo di scrivere mi tengono compagnia. Grazie Manu❤️🌷

Rispondi
Emanuela Gizzi 9 Novembre 2021 - 16:47

Cara Sara, sei una persona come ce ne sono poche. Molto altruista e iperattiva. Ti stimo molto, sia per il lavoro che per la vita privata. Grazie di queste parole, mi rendono felice

Rispondi
Valentina 10 Novembre 2021 - 10:04

Cara Emanuela di primo acchito mi viene da dirti che sei molto fortunata ad avere così tante amiche. Quasi quasi ti invidio. Perché le amicizie, quelle vere, sono difficili da trovare è ancora più difficili da mantenere. Ma tu sei l’eccezione alla regola evidentemente. Ti auguro ogni bene, per la vita e per le tue amicizie che quando ci sono ti riempiono la vita. I tuoi scritti sempre delicati e coinvolgenti. Un abbraccio. Valentina

Rispondi
Emanuela Gizzi 10 Novembre 2021 - 15:00

Valentina, sì, in effetti fino ai 30 anni ho avuto pochissime amicizie, quindi non ero l’eccezione. Poi sarà perché mi sono avvicinata al mondo dell’arte ho incontrato più persone simili a me. E l’amicizia con molti è nata per collaborazioni nel mondo fotografico, della scrittura, degli eventi. Diciamo che a volte basta cambiare il proprio cerchio di attenzione per incontrare le persone giuste. E poi, va bene, io sono anche predisposta a instaurare i rapporti, cioè non mi scanso e non ne ho paura. Poi se mi feriscono eh, pazienza, mi rimetto in piedi e via.

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