L’albero Molly Jackson è stato piantumato a Formello, alla My Special Time International Campus, e lì troverà ogni giorno l’affetto dei bambini
Parole sugli alberi
L’albero Molly Jackson è un melograno fortunato. Legambiente Formello ha organizzato la sua piantumazione in un luogo speciale.
La Presidente di Legambiente, Maria Teresa Altorio, ha augurato ai bambini un lungo sodalizio con la pianta
potete dargli un nome, prendervene cura, osservarlo, toccarlo, abbracciarlo. Potete guardare e accarezzare la sua corteccia, rendervi conto che non è poi così tanto -e tutta- marrone. È anche grigia, verdina, rossiccia. Potete raccogliere le sue foglie, i suoi frutti e cercare di sentire, giorno dopo giorno come sta e se ha bisogno di altre cure. Insomma potete sentirlo vostro. Per sempre”.
A scaldare la giornata il cantautore, Max Gazzè, che ha accompagnato i bambini della My Special Time in una canzone dal titolo quanto mai attuale “Il mondo sta cambiando” con un testo che è un inno al futuro e alla vita:
Dentro di noi brilla una speranza che combatte contro l’ignoranza – Il mondo sta cambiando e noi stiamo arrivando, se lo vogliamo salvare il nostro aiuto dobbiamo dare”
E poi Gazzè ha letto loro il libro “L’Albero” interpretando la favola semi-amara di Shel Silverstein in cui, un bambino e un albero, si incontrano, ne nasce una storia ma, fattosi uomo, quel bambino si trasforma nel peggiore degli amici.
Fino a quando non si fa vecchio e improvvisamente qualcosa cambia.
Un amico in più
Dopo le parole e la musica è arrivato il momento più atteso. I bambini si sono fatti tutti intorno al tronco smilzo -qualche fogliolina ancora aggrappata ai rami- e, in un unico abbraccio, lo hanno congiunto alla terra.
Quella terra che insieme al sole, all’acqua e -anche- alla vicinanza dei bambini lo farà crescere, fiorire e sentire amato.
A un certo punto è stato chiesto loro se avevano un nome da dargli e, a quel punto, sono partiti dei rimbalzi di nomi simpatici, fino a quando -due piccoli cori- lo hanno battezzato l’Albero Molly Jackson.
L’allegria contagiosa dei piccoli è culminata con lancio dei cappellini gialli, in aria, e una bellissima scena delle loro mani che appendono dei pensierini, sui rami di un alberello di legno, portato per l’occasione.
La giornata che si dedica agli alberi è una giornata del miracolo e anche del sogno. In fondo, si regala a questi bambini la possibilità di formarsi nello sguardo il senso di bellezza, di altruismo.
E, alcuni bambini di Formello, così come tanti bambini in Italia, in questa giornata, hanno avuto l’occasione, di impastarsi le mani di terra, fare un girotondo intorno all’albero, dedicargli delle parole gentili.
Non a caso la melograna – che nascerà dall’Albero Molly Jackson – è un frutto di condivisione.
L’Albero Molly Jackson è simbolo di tante cose
Nella simbologia ebraica lo si definisce un elemento di grande onestà e correttezza, questo perché –si dice- contenga precisamente 613 semi come il numero delle prescrizioni contenute nella Torah.
Nella simbologia cattolica e cristiana rappresenta invece l’energia vitale e, per la composizione stretta dei grani, viene identificata con l’unione dei popoli.
Esiste il Festival della melagrana in Azerbaigian, il vino di melagrana in Armenia. In India viene bevuto per allontanare il rischio di sterilità mentre in Messico, il succo, viene mescolato a un chili particolare.
A Roma, nell’antichità, l’acconciatura delle spose veniva intrecciata con i rami del melograno, nell’Antico Egitto invece veniva utilizzato per le cerimonie funebri.
Insomma, un frutto che è in molti Stemmi di casate o comuni, e il cui colore -rosso granata- ha tinto le magliette della squadra di calcio del Torino.
Il dialogo tra i bambini e l’albero è appena iniziato, chissà cosa faranno per lui e cosa lui farà per loro.
PUOI LEGGERE ANCHE:
Jack Jaselli ultima tappa Formello
Formello. Dagli etruschi ai rifiuti di plastica
Inaugurazione Parco di Vigna Grande
Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.