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Il bambino dei sassi e Maripara

Un racconto dell'anima in cui prendendo spunto dalla storia della statua di Formello traccio le vicende di un bambino sensibile e pieno di buoni propositi

di Emanuela Gizzi

Camminava scalzo da piccolo, gli piaceva la terra, e i sassi. Li impilava uno sopra l’altro, come ciminiere o fari, o grattacieli. 

Suo nonno arrivava sempre nel pomeriggio e lo trovava lì, circondato da queste costruzioni lunari. Gli occhi vispi che riflettevano la potenza di quella creatività. 

“Nonno, sei arrivato!” si voltava eccitato appena lo sentiva alle spalle, anche se lui camminava leggero perché non si accorgesse della sua presenza. Gli si aggrappava a una gamba e non lo mollava.

“Guarda un po’ che ti ho portato oggi, Ludo?” diceva, quasi come un rituale, e aspettava che il nipotino alzasse quei suoi occhi estasiati per fargli scivolare tra le mani la nuova pietra.

Ludovico agitava sempre i sassi prima di depositarli, come se da quelli potesse uscire qualche suono o una piccola magia. 

“Ti piacciono, vero? Cosa ti piace di queste costruzioni … eh, Ludo?” 

“... l’equilibrio” disse con fermezza.

“E che ne sai tu dell’equilibrio?”

“Mi serve per salire lassù!”




>> continua

Premio Letterario "Luoghi Segreti e Sconosciuti del Lazio" pubblicato da Historica Edizioni

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Emanuela Gizzi Fotografa ideatrice di Mapping Lucia

Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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