Home FOTOROMANZA L’eredità di Helmut Newton: donne oggetto o donne libere?

L’eredità di Helmut Newton: donne oggetto o donne libere?

In esposizione presso l’Ara Pacis di Roma, fino al 17 marzo 2024, la mostra fa un excursus sulla donna così come la vedeva il fotografo

di Emanuela Gizzi
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La donna angelica trasfigurata da Helmut Newton

Ne L’Eredità di Helmut Newton, il percorso sembra aprire -stanza per stanza- delle vetrine di moda.
Ma le pareti diventano subito le testimoni uniche di un dibattito interiore: sì, perché le immagini che si succedono rompono gli schemi a un certo punto e, dunque, non si è più tanto convinti che stiamo assistendo ad un elogio alla donna.

Come anche nella pittura le donne sono muse e, però, anche abusate, nello spirito e nel corpo. Diventano oggetti. E i loro aguzzini sono proprio gli artisti che le ritraggono.
Helmut Newton è stato un fotografo di moda, richiesto dalle maggiori case e magazine, il suo stile ha rotto l’aura angelica della donna perbene e ne ha confezionato un prototipo tutto suo, a tratti saffico a tratti sadico.
Ma è impensabile ridurre il suo lavoro a dei “semplici scatti di moda”: dietro ogni immagine, c’è una provocazione atta a modificare il tempo, lo sguardo, lo stile.
Per questo arriva ai confini dell’osceno.

Ma com’è esattamente la donna di Elmut Newton?

Le donne ritratte, subiscono o si emancipano? Sono seducenti o trasgressive? Nudi artistici o pornografia?
C’è un po’ di tutto questo, in verità, perché si può osservare la sua visione da più punti di vista.
Alcune pose deturpano la donna e questa diventa oggetto sessuale, macabra eroina, bambola senza sentimenti ma attraverso questo passaggio di rottura si fanno altresì indipendenti, fuoriescono dai ruoli dentro cui sono state relegate, acquisiscono una più consapevole visione di sé.
Il potere che fino a un certo momento è stato ad esclusivo appannaggio degli uomini , attraverso queste forme d’arte, cambia di passo e lo fa cambiare alle donne stesse.

L’Eredità di Helmut Newton fa discutere

Non è chiaro cosa Newton volesse fare, oltre che rompere gli schemi.
Indubbiamente, però, ha impresso uno stile deciso e forte. Ha plasmato l’atmosfera intorno alla figura femminile ritratta, tanto da renderla asettica, sterile.
Ma l’assenza di emozioni, il corpo-monumento, quand’anche il corpo alieno, ha portato via quel sentimento poetico che è da sempre affine alla donna.
Tolto quello ha ricostruito una figura robotica, priva di empatia e slanci d’amore,  che può pure aver favorito l’ingresso all’emancipazione, alla rivoluzione sessuale, alla libertà assoluta ma ha anche trasfigurato tutte le altre qualità della donna.
Non c’è una via di mezzo, o se c’è va ricercata nei primi scatti, dove il corpo è bello, si fa ammirare, indossa abiti d’alta moda, non ha necessità di denudarsi per affermare il proprio potere.
Ma, ovviamente, Newton non avrebbe fatto discutere, sarebbe stato uno tra i tanti.
E allora ecco corsetti, stampelle, stivali di vernice alti, bende, frustini.
Gli accessori off-limits vanno ad aggiungere slanci “criminali” ai corpi nudi, li rendono peccaminosi e irruenti, ma soprattutto volgari per la società del tempo.

La donna ci perde o ci acquista?

In un certo senso Elmut Newton aggiunge sulla carne una teatralità violenta, gioca con i corpi, li accoppia con dei manichini, c’è del macabro ma anche una forza neutra della donna che prende forma. Come se, in fondo, volesse solo rendere giustizia al mondo femminile, che non è più solo “donna uguale casa, uguale madre, uguale casalinga” ma “uguale libera”.
Cerca dunque, semplicemente, di sdoganare un marchio di fabbrica retrogrado? O la sua è solo un’operazione che in fondo fa della donna, una donna di facili costumi?

Manie d’artista surreale

L’Eredità di Helmut Newton corre sul filone del Surrealismo così da indurre lo spettatore a guardare a quelle donne come a delle extraterrestri approdate sulla Terra o a delle serial killer spietate.
Tuttavia, sia agli albori -quando ancora non aveva mercificato il corpo della donna– che successivamente, il naturale potere sessuale esercitato dalle modelle e anche quel loro lato sinistro, sono presenti in entrambi i periodi dell’artista. Solo che venivano espressi diversamente.

L’Eredità di Helmut Newton dentro di noi

La mostra su Newton non è solo un’esposizione fotografica, le foto diventano quasi specchi, in cui trovare le nostre radici o strapparle, ridere o impressionarci, vederci per la prima volta o restare impassibili.
Le più critiche, davanti ad alcuni suoi scatti, siamo proprio noi donne: ci ritroviamo in questa demonizzazione del nostro corpo?
Le mie preferite restano quelle in cui la femminilità e la sensualità non sono opinioni, le prediligo perché mi piacciono le cose belle.
Il tormento, lo spavento, l’horror non mi coinvolgono. A un cielo cupo preferisco l’azzurro, le nuvole bianche che disegnano volti.

Su una cosa però Helmut Newton non divide: la scelta del bianco e nero, perché -in assoluto- resta il colore che permette al fotografo di scavare in profondità l’animo umano e, anche a chi osserva l’opera, di trovare molto su cui riflettere.

SOTTO, ALCUNI SCATTI NELLA MOSTRA
L’EREDITA’ DI HELMUT NEWTON

Emanuela Gizzi Fotografa ideatrice di Mapping Lucia

Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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2 commenti

Rosalba 4 Marzo 2024 - 22:19

Carissima. Per capire l’artista, bisogna essere cruenti. Con fatica vedo la femminilità.. Vedo l’estremismo dell’Universo femminile.

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Emanuela Gizzi 9 Marzo 2024 - 12:44

Sì, che ci può pure stare, ognuno è giusto che si esprima come crede e le donne hanno il diritto di posare, lavorare. Però ci sono sguardi che danneggiano la donna. Forse non è il caso di Newton, alla fine la moda è un settore che esplora il corpo femminile, lui ha contribuito così.

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