Formello in Musica è una lunga rassegna iniziata a Giugno e che ha visto tanti palcoscenici e musiche diverse. Lirica, jazz, classica, barocca, ognuno di questi mondi musicali è stato una bolla dentro cui dondolarsi tra le stelle e le luci di Formello.
Purtroppo ho perso “La Natura sovrana” che per molti cittadini formellesi è stato un momento musicale altissimo sulle note di Vivaldi e Piazzolla, un evento del Formello Chigi Festival, il cui direttore d’Orchestra, Massimiliano Tisano, non ha sbagliato un colpo nemmeno quest’anno.
VIVA PUR VIVA VERSAGLIA
Di Tisano, anche un altro concerto che ha raggiunto la perfezione: Viva pur viva Versaglia, di cui ho già narrato il grande afflato sul palco, davanti alla Torre Chigi.
Un quintetto di donne “barocche” che hanno saputo risvegliare l’universo femminile divinatorio e anche quello di grandi musiciste alla corte dei re.
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MOZART E BEETHOVEN: IL MAESTRO CANINO
Mozart e Beethoven in Piazza San Lorenzo non l’ho tanto ben compreso, o meglio, le tre parti musicali erano poco legate tra loro. Sono sembrati tre concerti diversi o una trama ordita male.
Per dirla in breve: il Maestro Bruno Canino è stato chiuso tra due muri, quasi oscurato, quando sarebbe bastato solo lui sul palco con il pianoforte per portarci in alto.
Infatti, appena è stato il suo momento e ha poggiato le dita sui tasti è accaduto qualcosa di potente, quei viaggi che solo i grandi interpreti della musica sono in grado di compiere.
NOTE A MARGINE: NICOLA PIOVANI
Il Maestro Nicola Piovani si è presentato con il suo “Note a Margine” e con una proiezione di immagini straordinarie del fumettista Milo Manara.
Il maestro si è esibito in pochi pezzi, frammezzati da una serie di “note” appunto, storie, leggende, incastri con la mitologia, aneddoti personali attraverso i quali abbiamo scoperto un uomo spontaneo, dall’umore spiccato, un intrattenitore oltre che musicista di livello.
La sua affabilità nel raccontarsi ha fatto divertire il pubblico in Piazza San Lorenzo. Ha esordito con la parola “ricordo” e ha ripescato un suo trascorso con i fratelli Taviani che lo vollero per scrivere la colonna sonora di un film che ebbe un successo planetario: La notte di San Lorenzo.
Avevo una certa arroganza giovanile all’epoca… così quando mi dissero che era un film sulla resistenza, pensai… no, un altro film su questi valori già assodati, scontati! Poi mi arrivò la sceneggiatura e vidi che era un capolavoro di poesia. Lo feci, scrissi quelle canzoni che conoscete.
Ora, la nota a margine è questa: a chiunque mi avesse detto che dopo quarant’anni mi sarei ritrovato a difendere ogni giorno quei valori che già allora mi sembravano così banali perché acquisiti, gli avrei risposto: ma cosa dici? E, invece, eccoci qui!
Coltivare la memoria in questo tempo è difficile ma è indispensabile per sapere dove stiamo andando.Inizio, allora, questa serata con -La notte di San Lorenzo- e la dedico agli smemorati”.
Piovani ci ha deliziati con diversi racconti: è partito da Monicelli che teneva al suo giornale mattutino come a una reliquia preziosa, fino al duello musicale tra le sirene e le muse che si svolse tra Capri e Amalfi.
Non è mancata certamente la colonna sonora che ha accompagnato il film di Roberto Benigni “La Vita è Bella”, Premio Oscar nel 1999.
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EMANUELE URSO: THE KING OF SWING
L’evento più bello dell’estate formellese è stato proprio questo: Emanuele Urso e la sua Orchestra. Un concerto che ha unito lo swing al jazz, all’arte funambolica.
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FORMELLO IN MUSICA: LE OPERE LIRICHE
Gli spazi aperti sono sicuramente un rischio grandissimo per le opere liriche, soprattutto se gli elementi dell’Orchestra sono tanti e il coro non è sul palco a creare quella magia d’insieme con chi canta e recita.
Sia nel Flauto Magico che nella Tosca purtroppo è mancato questo insieme, una sorta di rotondità, di ritorno fiabesco.
FLAUTO MAGICO A FORMELLO
Del Flauto Magico ho apprezzato molto i costumi, erano scenografici, degni di un racconto favolistico ed ho amato la grande presenza scenica di Niccolò Panigutti, interprete del personaggio Papageno, così come l’espressività dei volti degli altri cantanti. Ma le scelte registiche non mi sono piaciute perché questa opera, che nasce in tedesco, me la puoi italianizzare solo se hai un attorato che tiene vivo il palco, altrimenti è preferibile lasciarla in tedesco e, per una comprensione della storia, affidarsi a un narratore.
Questo per spiegarvi anche il motivo di una incompletezza della galleria fotografica: a un certo punto ho dovuto smettere di scattare per sfinimento. Quindi, non troverete il finale e altre parti della trama.
Trovo che l’abbondanza non paghi: meno è meglio. Sempre.
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LA TOSCA A FORMELLO
La Tosca era più digeribile sotto vari punti di vista, sicuramente la soprano Maria Tomassi ha alzato il livello dell’Opera ma anche qui “l’insieme” sarebbe stato fondamentale e di supporto alla messa in scena, invece è mancato.
Il palco montato sulle scale di Palazzo Chigi era molto scenografico, bellissimo, l’ho apprezzato ovviamente per una questione fotografica, ma forse sarebbe stato più adatto per una rappresentazione teatrale. Il poco spazio ha escluso il coro, cioè la cornice sociale delle vicende narrate, è mancata quell’amplificazione musicale che arriva alla pancia.
Ricordo ancora, con grande emozione, l’abbraccio del coro del Rigoletto dell’anno passato: quella forza riempitiva della scena che era bella da fotografare e anche da ascoltare. Mi è mancata un po’ di brace, non mi sono commossa, e invece la lirica di solito tende a entrarti in pancia con un cazzotto.
Ma, ovviamente, nelle fotografie ho cercato di esaltare la mimica facciale, molto potente, degli attori, che ho comunque molto apprezzato: ognuno di loro ha una suo percorso professionale -chi navigato, chi ancora molto acerbo- inteso a costruire ricchezza culturale, pertanto li ho immortalati con il cuore, come sempre faccio quando mi metto a disposizione del talento altrui.
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“L’INCISO” DI SEBASTIANO ANDREA MELI AL FORMELLO IN MUSICA
“L’Inciso” era alla sua seconda volta sul palco formellese, con alcune varianti davvero emozionali. Il balletto, nato dalla creatività del coreografo Sebastiano Andrea Meli, raccoglie il patrimonio artistico dell’incisore Jean Pierre Velly, vissuto a Formello, e lo traduce in una esibizione a cavallo tra due mondi, il reale e l’immaginario.
Di reale, a fare da sfondo, i quadri di Velly: storie ricamate dalla puntuale incisione dell’artista, il quale raccontava i margini, gli esclusi, gli ultimi. Di immaginario, i passi delle ballerine e ballerini che uscivano dai quadri, proiettandoci in una dimensione parallela, emozionante.
Il balletto padre-figlio, “Paternité”, tra le varianti della prima trasposizione de “L’Inciso”, ha fatto piangere la platea: delicato, forte, un quadro nel quadro.
Meli ha toccato gli animi con questo frammento “familiare”, lui e il piccolo Alan Liput hanno ballato come due note su un pentagramma, appoggiandosi l’uno all’altro e, in ultimo, fondendosi musicalmente.
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MOSTRA FOTOGRAFICA E PRESENTAZIONE LIBRO “TRENT’ANNI DI COMPAGNIA TEATRALE LO SPANNITORE”
Per ultima, anche se un po’ di parte, vi racconto fotograficamente la presentazione della mostra dedicata ai trent’anni della Compagnia Teatrale Lo Spannitore che ha chiuso Formello in Musica 2024.
La compagnia e la sua regista Sonia Martelloni stanno mettendo in cantiere una nuova commedia ma intanto quest’anno hanno festeggiato la lunga attività locale.
Alle pareti della Sala Orsini gli scatti di Emanuela Gizzi, cioè i miei! Dal 2011 ad oggi.
La mostra è stata l’occasione per lanciare il libro “Un viaggio lungo trent’anni” in cui sono raccolti anche gli scatti più vecchi, le fotografie in analogico, preziosissime, di Elvio Formica, Marco di Bartolomeo e Massimiliano Battistelli. Un libro del territorio in cui c’è anche un pezzetto di Mapping Lucia.
In piazza San Lorenzo sono andate in scena le proiezioni de La Riforta della Mola e di Arduino e Nazzareno 3, gli ultimi due spettacoli della compagnia.
Momenti che hanno ricucito il tempo.
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Trent’anni di Compagnia Lo Spannitore ↓
Grazie al Comune di Formello per la lunga estate di concerti, e ora aspettiamo le festività di San Lorenzo
Estate 2023
Formello e la lunga estate musicale
con il Rigoletto, Le ASD Majorettes, Ron e tanti altri
Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.
4 commenti
Gentile Emanuela Gizzi,
come Supervisore delle Manifestazioni ed Eventi di musica Classica del Comune di Formello la ringrazio per le sue considerazioni sugli spettacoli che abbiamo allestito quest’anno.
Ognuno ha ovviamente il diritto di esprimere le proprie opinioni, tuttavia non sono riuscito a trovare, nonostante una certosina ricerca su testate nazionali e internazionali alcuna traccia di una sua specifica competenza nella critica musicale.
Poco male. Le posso assicurare che
siamo già al lavoro per consegnare a Formello un’edizione ancora più ricca e prestigiosa convinti di poter soddisfare i nostri tantissimi spettatori. Competenti e no.
A presto
M° PP
Salve Pietro,
la mia non era una critica musicale, era una osservazione, maturata -lei non ci crederà- in base a una lunga esperienza di fotografa di scena e musicale. Si può essere in grado di valutare un’opera anche solo essendo stati a lungo spettatori di varie altre opere. Non parlo di tecnica.
Dovendo fotografare, i miei canali uditivi e percettivi sono apertissimi e questo, oltre al fatto che ho orecchio musicale, mi permette di riconoscere un disturbo, una stonatura o di fare un raffronto con altre cose viste e sentite.
Dovrebbe dare fiducia agli spettatori, capiscono più di quanto crede. A maggior ragione se è, come scrive, il supervisore della manifestazione. Non lo sapevo, pensavo fosse il maestro Mastrangelo.
E, d’altronde, si suona per il pubblico, sia che sia competente o no. Non farei troppe distinzioni. Il cuore per ascoltare la musica ce l’abbiamo tutti.
Faccia tesoro dei miei scritti per l’anno prossimo, per esempio se porta un Canino, gli dia lo spazio che merita. Buona fortuna, verrò sicuramente a vedere le prossime opere.
Emanuela Gizzi
Gentile Emanuela, mi faccia capire, lei musicalmente come avrebbe dato più spazio al M° Bruno Canino, visto che secondo lei io non ne sono stato all’altezza…ringraziandola sempre per la sua testimonianza resto a disposizione. M° Pietro Picone
Lei Maestro mi sopravvaluta, di certo non posso essere io a dirle come fare bene il suo mestiere.
Io non ho dato un giudizio tecnico e mi pare di averlo specificato subito, ho semplicemente dato una mia personale lettura di ciò a cui ho assistito.
Scrivendo che il maestro Canino sarebbe bastato da solo a reggere il concerto non credo di dovermi spiegare ulteriormente.
Ho trovato tutto slegato non ci posso fare niente.
A volte, non sempre ciò che facciamo piace a tutti e bisogna starci senza prendersela troppo.
Non è detto che i miei scritti piacciano a tutti, per esempio. Ci sono stati momenti in cui ero prolississima, e mi è stato fatto notare, perciò
ho provato ad essere più asciutta.
Non le posso dire come impostare il lavoro, le ho fatto presente il mio punto di vista, se vuole prenderne atto bene, altrimenti continui con la sua
visione delle cose, di certo io non impazzirò per questo e verrò comunque a vedere le opere che metterà in scena.
Mi scusi il ritardo nel risponderle ma ho avuto diversi spam da gestire, non avevo visto la sua risposta.
Emanuela