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Fernando Botero a Roma: la mostra diffusa

Le pitture di Botero, le sculture di Botero, il suo genio, spalmato tra angoli di città e nella bella location di Palazzo Bonaparte

di Emanuela Gizzi
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Botero e Roma

Fernando Botero a Roma è approdato con un mix perfetto tra scultura, pittura e angoli di città, un esempio vero di Arte Diffusa, un po’ come è sempre stato nell’indole del pittore di ingrandire le forme, lo spazio, e modellarlo secondo la sua visione di vita.
Le sculture nere baciate dal sole, le pitture goliardiche valorizzate dal Palazzo Bonaparte, e Roma che diventa museo a cielo aperto, sono l’emblema universale di come la felicità sia contagiosa e di come possa centuplicarsi se solo assecondassimo l’arte. E Botero di felicità ne sapeva qualcosa. Magari nella vita non è stato molto fortunato, soprattutto se pensiamo che il figlio, Pedro, scomparve prematuramente e che, egli stesso,  perse l’ultima falange del dito della mano destra, ma nelle sue opere sopravvive un sentimento felice.
L’arte d’altronde cos’altro è se non un momento di gioia?

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La plasticità di Botero

Davanti a un quadro non si può non essere felici. E’ una finestra che si apre e si chiude, un momento estremo di connessione tra il mondo di chi ha creato l’opera e il nostro, quindi è l’attimo giusto per emozionarsi, riflettere, lasciare che la mente si apra e si perda.
Botero è stato un genio. Ha saputo creare un mondo di grassi e ha ingrassato i protagonisti di opere celebri per primi, poi sé stesso, e le donne, soprattutto, che -notoriamente- ricercano la magrezza nelle proprie forme.
Non bisogna, però, soffermarsi solo sull’aspetto esteriore inteso come “sovrappeso”, ma andare oltre. Botero, nella sua lunga carriera, ha essenzialmente badato al volume ovvero alla plasticità tra lo spazio e la forma, un traguardo che raggiuse anche grazie agli artisti del Quattrocento.
L’arte italiana di quel periodo è stata fondamentale per la sua crescita artistica. Ma non solo quella.

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Botero a Roma fino a gennaio 2025

Botero è morto l’anno scorso, il 15 settembre 2023, all’età di novantuno anni.
Era un uomo del popolo che attraverso lo studio della natura umana -più che del corpo umano- ha saputo ritagliarsi un ruolo nella storia dell’arte di tutti i tempi.
Roma ha voluto raccogliere proprio questi aspetti e ospita fino al 19 gennaio 2025 la prima grande mostra sull’artista dopo la scomparsa.
Botero nacque in Colombia nel 1932 e come molti suoi coetanei venne iscritto alla scuola di matador.

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Chissà se la mole dei tori ha plasmato inconsciamente lo stile dell’artista?
In fondo, la mente rielabora suoni, sapori, immagini. Recepiamo tutto automaticamente e lo mettiamo da parte come se dentro la nostra anima ci fossero milioni di cassetti. È lì che custodiamo il ricordo, e l’arte in qualche modo pesca quello.
Poi c’è tutto il resto, cioè i viaggi fatti, lo studio, le correnti artistiche che si sono avvicendate negli anni.

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Come si diventa Botero

Botero credeva fermamente che studiando gli altri pittori, e artisti in genere, potesse prendere coscienza del proprio potenziale e svilupparlo. Per questo la sua arte è permeata di riferimenti espliciti ad altri pittori.
A partire dal suo soggiorno in Spagna, per esempio.
Per mantenersi a Madrid era solito copiare le opere esposte al Museo del Prado e già solo questa pratica gli permise di accedere al muralismo di Diego Rivera, al modernismo di Francisco Goya e alle espressioni barocche di Diego Velázquez.
È risaputo che rifiutò le Avanguardie Francesi durante il suo soggiorno a Parigi, quindi il Futurismo e il Cubismo sono rimasti estranei al suo stile, cosa che invece non accadde a Roma dove abbracciò il Rinascimento, i personaggi drammatici e i colori caldi di Giotto e Mantegna.
Ma se andiamo ancora più a ritroso, fu il suo viaggio in Messico a dilatare in lui il concetto di volumi: una lucetta che si accese e che trovò la massima ispirazione a New York dove, visitando i musei della Grande Mela, venne folgorato dall’Espressionismo astratto di Pollock.
Tutte queste influenze, messe insieme, hanno generato la sua cifra stilistica, il concetto di volume, e quindi uno sguardo originale.

La mostra diffusa di Botero a Roma apre gli spazi dell’anima

Politica, satira, allegria, ironia, autoironia, umorismo, tragedia sono impressi come marchi a fuoco sulle rotondità dei personaggi boteriani.
E’ tutto condensato lì, sulla pelle burrosa e rosea dei dipinti, negli occhi privi d’espressione, nella fissità dei corpi, e quando ci si trova di fronte a una tale incredibile energia, ed enigma, fare delle riflessioni è una conseguenza scontata.
Fernando Botero a Roma, in questa straordinaria mostra diffusa, si fa portavoce di tanti messaggi diversi, di tante storie. Storie di uomini, donne, bambini e animali.
Ma è soprattutto la visione dell’artista a sorprendere: la sua continua ribellione sfida il pubblico a guardarsi dentro e a trovare la propria individualità.

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Dalle statue egizie ai colori di Botero

Nelle opere scultoree è chiarissimo che la contaminazione a cui ambiva l’artista andasse ben oltre il semplice flusso di correnti o sguardi. E infatti, la formula con la quale ha modellato il marmo prende spunto dalla iconicità delle statue egizie. E’ sufficiente guardare il loro portamento impettito, statico, granitico, e gli occhi imperturbabili per ritrovarsi coinvolti in un enigma.
Nelle opere pittoriche, nonostante il meccanismo ci appaia lo stesso e c’è dentro tutto quello di cui abbiamo parlato finora, è però la morbidezza della carne a prevalere e a travolgere chi guarda.
Oltre che, ovviamente, le cromie utilizzate.
I colori di Botero rispondono all’effetto giocoso che vuole creare, alla verve umoristica e satirica, sono toni che enfatizzano, che espongono i personaggi, li irradiano.
E infatti, questi, non se ne stanno nascosti: nonostante la fissità del corpo e degli occhi, sono presenti e assumono una nota vivacità, quand’anche vitalità.

Qual è secondo voi il talento di Botero?

Io mi sono fatta una mia idea. Diciamo che tutti gli artisti che conosciamo -ne cito uno, Caravaggio– hanno una loro formazione, uno stile proprio, una logica di racconto, una scelta cromatica. Ognuno di quelli che è diventato famoso ed è passato alla storia lo ha fatto grazie a una propria genialità.
Anche Botero affermava:

Senza uno stile unico, un artista non esiste veramente”

E lui, così come è possibile ammirare nella mostra romana, ha una sua firma distintiva: la carne che si gonfia come se fosse un palloncino.
Ma qual è il limite di questa forma d’arte? Di questa passione per la cromia vivace e i corpi grassi? Sicuramente quello di cadere nella mera caricatura, nel banale “grottesco“.
Perciò il talento di Botero è stato, più che trovare la sua cifra stilistica, superare quel limite.
E ci ha donato un’arte mai percorsa da altri, che ci fa sorridere ma ci fa anche riflettere, e che esalta la figura femminile rendendola burrosa e in controtendenza con i canoni di bellezza classici.

La plasticità delle donne boteriane è diventato un must per l’artista, e se pure queste non hanno i lineamenti aggraziati sono però infinitamente sensuali.

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Fernando Botero a Roma: le sculture

Un neo di questa esposizione all’aperto è che in quasi tutte le location, intorno alle opere, si sono letteralmente “azzeccati” i venditori di turno.
Scandaloso che al Pincio, ai piedi delle due ignare statue -Donna Distesa e Venere Addormentata- si sia consentito il montaggio di enormi casse acustiche che ne “imbrattano” il valore artistico.
D’accordo che la statua ha il compito di dialogare con chi passa ma lasciatele respirare!
Ovviamente, per questo motivo, fare foto alle figure di Botero senza prenderci dentro tutti gli elementi umani è stato un dramma.

Questi sono i luoghi dove è possibile vedere le istallazioni di Botero, vi consiglio un bel tour che parte proprio dalla Terrazza del Pincio:

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Terrazza del Pincio: 

Donna Distesa

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Terrazza del Pincio: 

Venere Addormentata

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Piazza del Popolo: 

Uomo e Donna in piedi (Adamo ed Eva)

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Via del Corso: 

Cavallo con Briglie

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Piazza San Lorenzo in Lucina: 

Gatto

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Piazza Mignanelli: 

Donna seduta del 1991

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Piazza San Silvestro: 

Donna seduta del 2000

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Fernando Botero a Roma: le pitture

Per accedere alla parte pittorica dell’artista, basta raggiungere Piazza Venezia da Piazza San Silvestro.
Nella splendida cornice del Palazzo Bonaparte, due interi piani ospitano i quadri e alcune sculture più piccole di Botero.

La mostra di Botero a Roma
rimarrà aperta fino al 19 gennaio 2025
Basta andare sul sito per vedere i prezzi del biglietto,
io ho pagato euro 16,00 ma esistono anche
riduzioni, sconti gruppo e quant’altro.

Ho acquistato direttamente sul posto ma
avere il biglietto elettronico significa
saltare eventuali code.

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Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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