Un sistema integrato di accoglienza per i pellegrini, questo è Mansio, una nicchia di Palazzo Chigi, con sistemi di ultima generazione messi a disposizione di tutti
Punto informativo del Parco di Veio
Mansio non è legato solo ai pellegrini che percorrono la Via Francigena, nasce per loro -perché possano consultare dei portali digitali, lasciare dei racconti di viaggio, possano interagire con il nostro comune e con i nostri punti di attrazione.
I pellegrini con un sistema integrato possono, altresi, trovare dei punti di ristoro, usufruire di servizi e offerte vantaggiose, ottenere le credenziali più facilmente. Ma il Mansio non è solo a vantaggio di chi visita Formello, può essere un ottimo punto informativo per i cittadini del Parco di Veio.
Il Polo Culturale di cui si parlava già nel 2010 sta crescendo e dando valore anche a Palazzo Chigi -ovviamente- che, da Residenza di una famiglia borghese, è oggi la casa dei cittadini. Come è successo per l’inaugurazione del Palazzo e per quella dell’Ostello i cittadini si sono riversati, curiosi, a sviscerare il mistero di questo luogo-non luogo, torre-non torre, alieno-non alieno.
La prima porta a destra di Palazzo Chigi
Si sale la scalinata esterna e la prima porta a destra è Mansio. Le informazioni, i prodotti locali in scatola, i souvenir, le cartoline e la cortesia restano a disposizione nostra e del prossimo pellegrino di passaggio.
In una parola sola accoglienza, che è un termine che ci piace. Dare accoglienza stimola a fare meglio e ci porta a entrare in un circuito virtuoso, attrarre turismo e fornirgli un’offerta consapevole. Pensate a quando andate all’estero, ma non solo, basta spostarsi ovunque non sia casa propria. Il primo approccio è sempre complicato, ci si deve destreggiare, soprattutto se non si conosce la lingua. È utile essere, per chi arriva, ciò che vorremmo incontrare al posto loro.
DI FRONTE ALLA PORTA DI MANSIO PUOI VEDERE …. SCOPRI DI PIU
Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.