L’iniziativa Coloriamo lo Stagno de La Selvotta nasce dall’alchimia di due navigati del territorio, Francesco Braghetta e Stefano de Francesco, io mi sono solo prestata all’idea bellissima
Evento in rosa
Francesco mi chiama un giorno e mi dice “Coloriamo lo stagno de La Selvotta”, io gli rispondo“Certo, quando?”.
Credo ci siano parole che ti fanno subito innamorare del loro significato e, questo, era uno di quei casi. E poi, chi non vorrebbe colorare uno stagno?
Faccio una breve premessa: il piccolo stagno, che si trova davanti all’ingresso del Cunicolo Etrusco di Olmetti, in inverno, si colora di rosa grazie alla Azolla Filiculoides, una felce che non è propriamente autoctona ma nemmeno lesiva dell’habitat in cui trova sfogo. Questo autunno passato, ma anche all’inizio dell’inverno, le forti piogge, purtroppo, hanno trascinato via l’azolla dallo stagno, lasciandoci spogli e delusi.
Così, per ricomporre il suo ciclo vegetativo ma anche per egoismo, perché ormai siamo legati a questa pianta acquatica, si è lanciata l’idea di ri-piantumarla. Mi sono messa al servizio di questi due ragazzoni, amanti della natura, del territorio, ormai comprovati escursionisti ed esploratori, e ho provato a mettere insieme i pezzi, scrivere, fare foto, cioè quello che faccio sempre, in poche parole.
Lo stop del Parco
E quindi ecco che nasce l’evento, lo pubblichiamo, l’entusiasmo e la curiosità, attorno ai post e alle foto dell’ex stagno, rosa, fanno il giro, tanti like, tante adesioni e poi arriva lo stop del Parco di Veio e noi ci innervosiamo.
Sì, è giusto, il Parco fa il suo mestiere ma noi, altrettanto giustamente, non abbiamo condiviso la richiesta di sospendere l’evento. Dal punto di vista del Parco è reato immettere in natura piante non autoctone, queste creano disastri impensabili; dal nostro punto di vista la pianta c’era da diverso tempo, non aveva creato alcun disagio, anzi, volendo, era accaduto il contrario, era scomparsa lei.
L’evento si è fatto, non si è immessa la pianta nell’ambiente ma si è parlato vivamente della questione di rifiuti e detersivi che arrivano impattanti e maleodoranti nel bacino d’acqua sottostante il cunicolo. Francesco, come gesto simbolico, ha steso un lenzuolo rosa, sull’erba.
C’è stata bella musica, Giulia Furguiele, una giovane cantante di Formello, si è esibita al piano accarezzando gli alberi e l’acqua con una melodia degna di un bosco e dei suoi folletti.
Ma la storia non è finita qui
Facendo delle ricerche sulla pianta, nei giorni successivi è emerso ben altro. La Azolla Filiculoides è considerata, una tra le rarissime specie al mondo, in grado di assorbire, in grandi quantità, l’anidride carbonica, favorendo un abbassamento importante delle temperature globali e quindi divenendo attualissima al momento, viste le azioni che sollecitano un Climate Changing.
La sola speranza che ci resta è che da qualche parte, nello stagno, la milionesima parte della felce sia rimasta nascosta e si stia riproducendo.
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Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.