Camminando Raccontando, storie del Territorio che si mescolano per creare curiosità, far conoscere dei luoghi bellissimi, generare ispirazione
Ritorno alle origini
Camminando Raccontando è un lavoro corale che parte dall’Associazione Uniamo Sacrofano e si allarga sul territorio dell’Agro-veientano.
Quando si sviluppano tematiche come Ambiente e Natura il pensiero va oltre.
I cammini nei boschi -immersi dentro nuvole di alberi- e le passeggiate per riscoprire cosa ci circonda, ormai sono diventati un tassello della nostra vita.
Camminando Raccontando incontro Stefania
Il lockdown ha contribuito fortemente a rintracciare i percorsi che non credevamo ci fossero, i siti etruschi che non pensavamo languissero vicino casa.
Durante questo periodo ho incontrato Stefania Culla, una delle promotrici del libro. Mi ha coinvolta subito nel lavoro: la sua passione contagiosa, la sua sete di trovare posti, condividerli, entrarci con i piedi mi ha disarmata. Lei è una di quelle persone che vale la pena di incontrare nella vita. Ha una purezza di intenti e un’attenzione verso gli altri che mancano alla maggior parte delle persone. Si interessa, è presente durante un’esperienza, ti coinvolge.
Strade simili
Nel leggere la bozza del libro ho capito perché ho trovato subito una sintonia con Stefania. Lei parla di una nonna speciale e di un luogo in particolare: il Cadore, da dove ha attinto questo profondo amore e rispetto per il patrimonio naturalistico.
Ecco, io ho rivisto mia nonna Lucia, la sua Amandola, il Vettore e la Sibilla.
Stefania, i luoghi di sua nonna, lì ha riscoperti in età adulta, io da bambina e sono stati anche per me la fonte da cui partire per dissetarmi nella vita.
E allora ecco il libro “Camminando Raccontando” che se pure è scritto da mani diverse ha in qualche modo, l’impronta di Stefania che è stata dietro a tutti.
Ovviamente accompagnata dalla squadra dell’Associazione Uniamo Sacrofano e dall’illustratrice Elisa Pacitti.
Quella Natura che fa tremare
Le pagine del libro sono piccoli specchi in cui ritrovare il volto di persone diverse, e che in modo diverso si approcciano alla Natura. Custodi, Esploratori, Osservatori, Fotografi, Scrittori, tutti abbiamo il pallino della bellezza autentica, quella non costruita. Quella che sentiamo invaderci lo spirito.
La rete di rami, di cespugli, le discese a precipizio, le salite senza fiato sono attimi di grande smarrimento.
C’è un passaggio sul libro che esemplifica tutto in poche righe, di Sara Fianchini:
Si va… Si sale … Si scende, ostacoli insuperabili…
si torna indietro
si litiga coi rami … si scavalcano massi
si scivola su pendii scoscesi…
si calpestano pieghe d’acqua
… e la cascata brilla …. spruzza… canta!
Io in Camminando Raccontando
Il mio personale contributo al libro Camminando Raccontando parte da un luogo chiamato Infernaccio, che si trova vicino Amandola, e arriva fino alla Sorgente del Crémera e poi alla nostra Valle del Sorbo.
Due mondi distanti, uno nelle Marche, l’altro nel Lazio, ma uniti dallo stesso potere di incanto, tipico dei posti che originano un fiume.
Io sono innamorata del Crèmera, questo torrente che mi ha guidata, e da cui ho preso davvero tutta la filosofia dell’acqua. È un luogo di pace, di riflessione, di verdi sembianze.
Gli alberi, il pascolo degli animali, i siti etruschi, le cascate, le strade romane, i ponti, le chiese… c’è una sonorità nuda, come una melodia suonata dal vento che si incanala dentro queste nostre antiche memorie e le fa vibrare.
I racconti di noi, che ci siamo prestati a scrivere per condividere, sono stille per accendere curiosità, interesse, aiutare chi ha difficoltà a comprenderlo che la Natura è un elemento primo, e come tale deve essere rispettata.
Sono esperienze che ci portiamo dietro e che alimentano il viaggio successivo.
Grazie Stefania!
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VI HO RUBATO IL CREMERA
Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.