Home VIAGGIO A REGOLA D'ARTE “Un mondo bellissimo” e “Tempo senza Tempo”: mostre a confronto

“Un mondo bellissimo” e “Tempo senza Tempo”: mostre a confronto

A Beautiful World di Mario Testino e Timeless Time di Vincent Peters al Palazzo Bonaparte di Roma, un trionfo di luce e donne carismatiche

di Emanuela Gizzi
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Due mostre fotografiche in eredità

“A Beautiful World” e “Timeless Time”, sono assolutamente da vedere.
Non sempre, ma qualche volta, le mostre fotografiche sono come lasciti testamentari. Senza essere per forza “parenti di”, si eredita la preziosità dello sguardo, la malinconia, la musicalità delle linee, l’energia vitale dei colori impressi. E così, sconfinando oltre l’apparente limite, si cammina in un paesaggio ultraterreno e, complice il Gaypride, anche in un ambiente solitario, perciò più suggestivo. Uno spazio che diventa solo tuo. Praticamente deserto. Il che la dice lunga sulla nostra Italia.

A Beautiful World e Timeless Time … viaggiare un giorno a Roma

È stato un salto nel buio entrare a Palazzo Bonaparte e visitare le due mostre fotografiche, mentre fuori Roma brulicava di bandiere e corpi dipinti.
Subito, si percepisce di essere in un’altra epoca, lontani da Roma, viaggiatori per un giorno.
Le due mostre A Beautiful World e Timeless Time occupano ognuna un piano del Palazzo e ti risucchiano in mondi assolutamente diversi: da un lato il viaggio, le tradizioni, la fortificazione dell’animo, tutto a colori; dall’altra l’introspezione, il divismo, il ritratto, tutto in bianco e nero.

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I fotografi: Mario Testino e Vincent Peters

A confronto, due fotografi d’eccellenza, Mario Testino e Vincent Peters. La relazione tra i due è che Testino introdusse Peters nel settore della moda.
In mostra assistiamo a due proposte narrative forti: il primo ha sconvolto le pareti scure con racconti ipercolorati; il secondo ha reinventato dei bianconeri delicati sulle pareti candide.
Entrambi hanno affrontano la messa in posa e la verità in modo assolutamente personale e, per questo, sono da considerarsi emblemi di un’arte che sa cosa dire e sa osare senza risultare volgare.

Mario Testino e l’incipit della sua “A Beautiful World”

Testino veicola un messaggio antropologico e sociale utilizzando una gamma cromatica degna di un pittore medioevale e rinascimentale.
Quando lavorava nella moda era costretto dentro certi limiti; questo perché il colore, spesso, viene associato al popolo, al grottesco, al cafone.
Nella sua “A Beautiful World”, ha liberato il colore trattenuto, che è diventato potenza visiva, afflato, tempesta.
Tutto parte da un concept: nel rintracciare una collezione di centocinquanta abiti tradizionali della sua terra natia, Cuzco, decide che vuole trasmettere queste radici alle generazioni future. E, non si capacita di come, un tale patrimonio sia rimasto nascosto per così tanto tempo.
Dalla scoperta dei costumi secolari nasce in lui la volontà di ritornare in quei paesi dove era stato per lavoro e rintracciarne la cultura, le tradizioni, le verità nascoste.

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Tutti i colori di “A Beautiful World”

Il “mondo bellissimo” di Testino è popolato da donne e uomini fuori dal tempo e da abiti di fattura artigianale che risuonano negli occhi: perfino le vesti bianche sono di un magma di gesso che scalfisce il cuore.
I tessuti diventano i protagonisti della mostra e il colore non è solo colore, è ginestra, zafferano, mirtillo, papavero, quercia, curcuma, salice, noce.
L’intensità della natura e della vita scorrono su questi abiti antichi e nell’indossarli, le persone ritratte, resteranno immortali.
Colpisce la fermezza con cui il fotografo peruviano ha trasformato gente comune in straordinari modelli, ne ha intrappolato il movimento dell’anima, ha rubato loro una nudità sconcertante per poi vestirla di ricche stole, ricami, velluti, accessori.

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Le donne di Mario Testino

Le donne di Mario Testino sono reali, immense, hanno una forza soprannaturale, nello sguardo e nella postura. Sono piene di rughe, scavate dal mondo, espressive quanto basta per entrarti in testa, non le dimentichi, diventano parte del tuo viaggio, del tuo mood, del tuo animo.
Testino ha visitato trenta paesi e, le settanta fotografie in mostra, sono il risultato di questo viaggio fotografico dal forte carattere identitario.
Ci si sente trasportati dentro ogni scatto. Gli abiti tradizionali, Testino, li fotografa come se fossero parte di un set di haute couture, ma ciò che li alimenta e li fa emergere, che li strappa dalla storia e li consegna al futuro, è la luce naturale, impostata da un occhio preparato e attento come il suo.

La bellezza è emozionale! Ecco perché la chirurgia plastica non funziona mai. Le donne che vogliono cambiare il naso, le labbra, non capiscono che non stanno facendo altro che cancellare la loro magia”.

Mario Testino

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Vincent Peters e la sua “Timeless Time”

Quando si sale al piano riservato a Vincent Peters l’atmosfera cambia radicalmente. È come se, entrando, una doccia lavasse via i colori e una rinnovata luce si impossessasse degli occhi.
La mostra offre ritratti di divi, ma non è il mondo patinato delle copertine. Qui, siamo di fronte a un maestro dell’animo umano. A un regista.
Già. Ogni viso scolpito dalla luce -così come ho letto in qualsiasi articolo riguardante il lavoro di Peters- è una pellicola cinematografica. E lo è davvero, senza ritocchi o Intelligenza Artificiale.

I personaggi famosi di Peters sembrano essere stati immortalati in momenti di recitazione o in un frangente della vita profondamente reale, intimo: gli occhi, la bocca, i capelli, gli ovali del viso, hanno un movimento interiore. In ogni scatto, la sensazione è che l’attore/attrice stia viaggiando dentro di sé. Infatti, esprimono tormenti, negli sguardi è scolpito un pensiero nato lì, sul momento e, allo stesso tempo, sembrano volgere l’attenzione verso un orizzonte metafisico.
Nello stare di fronte a queste fotografie ci si sente tirati in ballo, il sentimento espresso dai volti lo senti tuo, ti lievita in pancia.

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Le donne di Vincent Peters e la nudità femminile

Le donne di Vincent Peters, diversamente da quelle di Testino, sono fragili, velate di malinconia, sono donne-madonne che allattano, visi che si nascondono dietro una finestra, donne -le cui nudità- non sono diventate un messaggio sessuale ma un trionfo di verità.
Io non li preferisco i nudi ma solo perché la mercificazione della donna è un aspetto che mi lascia addosso un po’ di rabbia.
Peters non è malizioso nel guardare le modelle, ma comunque lo preferisco negli scatti che avvalorano la femminilità senza ricorrere al nudo integrale.

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Perdersi in un “Tempo fuori dal Tempo” e ritrovarsi

All’ingresso, uno scatto di Charlize Theron fa rimanere col fiato sospeso. Per la bellezza, sì, ma soprattutto per l’eleganza, per la finezza e fierezza. E, questo aspetto delicato, poetico, si perpetua in ogni stanza, in ogni fotografia, accompagnato da una musica romantica di sottofondo, anni sessanta, jazz, completamente in tono con la leggerezza e profondità della mostra.

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Timeless Time”, un Tempo Senza tempo, è il titolo perfetto per questo progetto, non solo per il racconto in termini di luce, animo umano, fotografia, ma anche perché fa realmente perdere la cognizione del tempo.
Ci si perde, ci si vuole perdere, non si vuole più uscire, si vuole rivedere daccapo.
Nella Sala degli Specchi, la scomposizione di piani e la triplicazione dei volti evoca un qualche sortilegio, e questo è l’unico posto, di entrambe le mostre, in cui la sensazione è quella di ritrovarsi dopo tanto vagare.

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L’ultima fotografia di “Timeless Time”

La fotografia che domina l’ultima stanza, su un camino antico, è quella di Scarlett Johannson che tiene uno specchietto in mano, un semplice specchietto. La prova tangibile di quanto la visione artistica di qualcuno ci spalanchi portoni: quella fotografia intrappola, a prescindere da lei, che è burrosa e carnale. 
In quello specchietto c’è riflesso chi sa guardarsi. Chi sa saziarsi di poesia, chi -uscendo dalla mostra- ne ha capito il senso e ha viaggiato.

Non si fa una fotografia solo con la macchina fotografica. Porti nell’atto della fotografia tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai ascoltato, le persone che hai amato.

Vincent Peters

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A Beautiful World e Timeless Time, due viaggi sicuramente, per la scelta dei colori e delle tematiche, ma anche simbiotici, per il messaggio di bellezza che portano.

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Emanuela Gizzi Fotografa ideatrice di Mapping Lucia

Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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