Rosalba Cameran parte da un ciambellone, semplice e veritiero, preparato quando aveva solo quattro anni insieme a sua zia, e poi diventa cuoca-pasticcera
Perché “capolavori dolci”?
Conosco Rosalba Cameran da tantissimi anni, forse venti. Non la conobbi come cuoca pasticcera ma come “Fatina dei Liquori”. Era il soprannome che le avevo dato.
Pensate a un tavolino pieno di bottigliette d’ogni tipo, confezionate con gusto; al liquido denso e colorato che brilla al sole. Pensate agli odori di alcool che pizzicano il naso, alle note di spezie o cioccolato o cannella che fanno venire il desiderio di provare tutti i gusti e gli abbinamenti.
Non l’avreste chiamata Fatina dei Liquori?
Me la immaginavo in un cucinino semi buio, a rimestare pozioni magiche dentro un grande calderone fumante. Che canticchiava e rideva giocosa con una bacchetta in mano, la cui punta terminava con un anice stellato.
Rosalba ha un carattere che fa invidia. E’ portatrice sana di solarità, energia, bontà e passione, caratteristiche che di solito troviamo distribuite tra più individui, e nemmeno troppo vicini gli uni agli altri. Eppure, come dire, la sua vita non è stata sempre serena. Anzi, ci sono stati periodi complicati. Ma proprio per quella positività che chiaramente la contraddistingue, li ha superati col sorriso, rafforzandosi ma senza indurirsi.
Rosalba e i suoi “BUONGIORNO”
È un onore per me averla incontrata. Mi dona il buongiorno con un sole, un fiore, un cielo limpido. Mi dona affetto, anche in un momento come quello che stiamo vivendo in cui ci vorrebbero distanti e asettici. Lei trova sempre il modo di essere presente, di spendere una parola gentile. Ecco, la sua gentilezza mi porta a scrivere questa pagina. A raccontarvi la donna ma anche l’artista. A porre una nota d’attenzione sui suoi dolci. Anzi, sui “capolavori dolci” di Rosalba Cameran. Perché -dolci-da solo è riduttivo.
Anche se lei delle sue torte dice che:
non sono sofisticate ma solo profumate di cose naturali”.
Questa espressione ci mette di fronte alla semplicità e alla forza. La semplicità la rintracciamo nelle sue origini: figlia di gente umile, è vissuta fino a diciassette anni a Latina. La forza sta nei sogni: da piccola voleva studiare astronomia.
“Ma come Astronomia?” Le avranno detto i genitori. Che non erano solo severi ma anche responsabili di altri tre figli, due femmine e un maschio.
Rosalba Cameran: una donna indipendente
E infatti non divenne astronoma. Ma andò via di casa presto e grazie ad alcuni parenti si trasferì a Torino.
“Non mi piaceva Latina, anche se abitavo in campagna e la campagna mi piace. Mi sono creata la mia strada, vivendo coerentemente e cercando di non mentirmi mai”
Rosalba si è sacrificata molto per essere indipendente, l’unico rammarico che ha è non aver mai conosciuto, lungo il suo percorso, uno chef rinomato per allargare i propri orizzonti e avere in mano altri mezzi con cui affrontare il lavoro.
Cara Rosalba, le chiedo, come definiresti la Pasticceria?
“Vecchia quanto me!!” ride divertita, poi aggiunge “… È una coccola ma va curata, perché non è un cibo qualunque. È un sentimento che nasce quando misceli gli ingredienti, segui la lievitazione e poi la cottura. È un insieme di gesti. E non abbandoni quello che stai preparando fino a quando non è sul vassoio di portata, o in vetrina. Soprattutto, diventa emozionale se lo devi portare a un’amica che vai a trovare, o lo devi servire ai clienti. Il mio cuore è totalmente coinvolto. E la parte più bella, per me, è vedere l’emozione negli occhi degli altri“
Mi racconta un aneddoto:
Lavoravo da Ribò, e un bimbo che aveva avuto la sua torta di compleanno da noi, portò lì suo nonno. Si fermarono a parlare davanti alla vetrina. La torta gli era piaciuta talmente tanto che convinse suo nonno a ordinare esattamente la stessa per i suoi ottant’anni.
Era la torta con la Nutella e gli smartis. Ci fece mettere sopra anche l’uomo ragno. Non lo scorderò mai”
L’arte di conciliare
Rosalba ha affrontato molte difficoltà ma è sempre riuscita a conciliare lavoro, casa, una figlia da crescere.
Eppure, le dico, di cose che ti piacciono ce ne sono tantissime, come si fa a fare tutto?
“Si fa, con molto sacrificio. C’è da dire che mi piace leggere, mi piacciono i fiori e mi piacciono gli animali. Ecco, soprattutto questi mi impegnano: ho quattro micette salvate dalla strada e do un aiuto ai canili. Ma quanto mi ripagano!
E poi se prima avevo una figlia piccola, oggi ho una mamma anziana e, a lei, non faccio mai mancare la mia presenza. In più ho il mio lavoro. Ed è un lavoro che conosco molto bene, lo faccio da quarant’anni con grande passione.
Poi mi piace camminare all’aria aperta. Al mare o al lago. Se potessi andrei a vivere a Trevignano. E soprattutto ci sono le mie sorelle e mio fratello. E c’è l’Associazione Zenzero e Cannella che nasce proprio con loro, per la caparbietà di mia sorella più piccola che ha creato eventi per bambini promuovendo il cibo naturale vegano. Lei oggi vive a Santa Cruz de la Palma, la più grande a Roma e io a Formello. Ci vogliamo molto bene, siamo unite. Mi posso ritenere soddisfatta dei miei primi sessant’anni, di come li ho vissuti e di cosa ne ho avuto in cambio. Anche se ci sono stati momenti incredibilmente difficili”
Ma tu te lo ricordi il primo dolce che hai fatto?
Avevo quattro anni. Sai che vivevo in campagna, no? Li non c’erano solo i miei genitori ma anche i miei zii perché era un podere. E lì avevamo un forno a legna che veniva acceso una volta a settimana per fare il pane, o per le grandi feste. Che potevano essere matrimoni, battesimi, comunioni. Pasqua e Natale.
Io volevo un bene immenso a mia zia, l’adoravo e lei adorava noi. Eravamo ben sedici cugini, puoi capire. È proprio grazie a lei che ho sviluppato questo interesse per i dolci in particolare. Un giorno mi chiese di aiutarla a fare un ciambellone. Il mio primo dolce fu quello”
E da allora cosa hai imparato?
“Che nella pasticceria devi pesare tutto, non ti devi mai affidare al caso, anche se sono quarant’anni che fai lo stesso dolce. Bastano davvero pochi grammi sbagliati per rovinare qualcosa di importante. Mi è successo di sbagliare ma me ne sono accorta in tempo, per fortuna, e da allora sono attentissima”
Tra i “capolavori dolci” di Rosalba Cameran, a detta di chi li ha assaggiati, spicca la Torta con frolla al cioccolato, ricotta e scaglie di fondente, una vera delizia per il palato.
Ma una vecchia ricetta ce l’hai?
Non proprio. Mia nonna da parte di mamma era sbrigativa in cucina. Ho solo una ricetta sgualcita dei dolcini con la farina di mais e l’uva fragola che ci preparava nonna da parte di papà. Ma sai, le antiche ricette avevano un sapore diverso prima. Cambiano i prodotti, i gusti delle persone, il sistema. Puoi avere tra le mani una ricetta di famiglia ma alla fine è rielaborata ed ha un altro gusto, non è più come te la ricordavi. Per esempio ricordo con nostalgia le frittelle di carnevale che mi preparava mamma o la torta di mele alla bolognese della proprietaria di uno stabilimento balneare. O anche il pollo con i peperoni alla siciliana, la cui ricetta apparteneva a una signora di un’eleganza unica.
Ho queste di ricette, mi sono state messe in mano con il cuore ma non credo di saperle fare esattamente nello stesso modo in cui le preparavano loro”
Non sono una fatina: parola di Rosalba Cameran
Vorrei chiudere questa intervista con l’argomento con cui abbiamo iniziato: i tuoi fantastici liquorini.
“Che dire, hanno fatto parte di un periodo della mia vita, non si può sempre fare tutto, d’altronde però ricordo che mi divertivano tanto. All’inizio approfondii cercando ricette antiche, poi quando iniziai a produrli -per passione, più che altro- li facevo a seconda delle stagioni. Quindi avevo a Natale quello speziato, in estate quello al fragolino, per le feste al cioccolato, e molti altri. Il più divino in assoluto era il liquore alle rose. Le raccoglievo fresche, dovevano essere bianche e non trattate. Una volta ho visto una persona sciogliersi di fronte a questo liquore. E, credimi, non sono solo soddisfazioni, sono anche le cose belle della vita.
Ma, mi dispiace deluderti, non sono una fatina, anzi, non mi sono mai messa a fare l’Alchimista. Per carattere preferisco confrontarmi con le persone, chiedere, ricercare, avere in mente chiaramente i passaggi. La cosa che mi aiuta è che per natura ho un olfatto pronunciato. Attraverso questi due aspetti che mi contraddistinguono mi sono messa alla prova ma sempre con grande rispetto per il cibo, e soprattutto per i liquori”
Alcuni dei “capolavori dolci” di Rosalba Cameran nella Gallery sotto.
La ringrazio di cuore per avermi donato un po’ del suo vissuto, delle sue esperienze e della sua “dolcezza”.
LEGGI QUESTA POESIA, ANDATA IN ONDA SU RADIO’ I postumi della Bellezza