La figura degli sposi nella chiesa Sant’Angelo mancava dal 1960. Il 21 Aprile di quell’anno si celebrò uno degli ultimi matrimoni. La sposa era Lorenza e lo sposo…
Da quel 1960
Si può parlare di nuovo di Sposi nella Chiesa Sant’Angelo: dall’adozione dell’Archeoclub ai rinati affreschi, in pochi anni, questo monumento storico -e caro al paese di Formello– ne ha fatta di strada. Nessuno vi aveva più pronunciato il fatidico sì.
Una delle ultime spose, era il 1960, fu Lorenza Fianchini. A svegliarla quel lontano 21 aprile, il trambusto dei preparativi che si svolgevano in cucina.
Aveva passato una notte insonne, il grande evento l’aveva tenuta col fiato sospeso. L’indomani, quando uscì sulla soglia di casa, non ebbe bisogno del solito corteo a condurla fino alla Chiesa. La sua casa era proprio di fronte.
Scese sei gradini e fu subito lì, sulla porta che la separava da una nuova, emozionante vita. Anche Aurelio Lurci, il futuro sposo, abitava di fianco, nella piazzetta Sant’Angelo.
Il matrimonio venne celebrato con tutti i riti e tutte le promesse che competono a un luogo sacro. Subito dopo gli sposi e i convenuti si avviarono, uno dietro l’altro, su per Via XX Settembre e raggiunsero il Monumento ai Caduti dove era consuetudine farsi fare la fotografia di rito.
Dalla Chiesa all’Ammazzatora
Il pranzo era stato allestito in Piazza Alcide De Gasperi, nella sala dove oggi c’è la Tabaccheria e dove c’era, fino a qualche tempo fa, la tintoria. Era un locale unico, allora.
Al centro della piazza una volta si trovava “l’ammazzatora”, dove per quell’occasione, si cucinarono le fettuccine al sugo, la stracciatella, le verdure dell’orto, il maiale. Nei mesi che precedettero il matrimonio le donne misero da parte le uova, comprarono dei pulcini che divenissero grossi polli da sacrificare, fecero fermentare il vino della vigna, in una grande botte.
Tra brindisi e stornelli la festa si concluse verso metà pomeriggio. La sposa si cambiò d’abito e partì con il neo-marito per la luna di miele. Destinazione Roma. Quattro giorni.
Di quel giorno particolare Lorenza ha un ricordo indelebile:
Il dottor Occhipinti, era da poco arrivato a Formello, il mio fu il primo matrimonio a cui partecipò. Era giovane e con i suoi primi guadagni si regalò una giacca di renna per l’occasione. Durante la festa qualcuno, in modo maldestro, gli rovesciò addosso del sugo. Tutte le volte che l’ho incontrato, negli anni a seguire, mi ha rammentato della giacca di renna, non è mai successo che se ne dimenticasse. Questo fatto mi fa sorridere e mi commuove ancora oggi”
La chiesa perfetta
Erano altri tempi. Oggi alcune cose ci fanno sorridere, eppure gli usi di un popolo non dovrebbero mai essere abbandonati. Sono la nostra storia.
Gli ultimi sposi nella Chiesa Sant’Angelo, probabilmente vittime dell’influsso benefico dei ritrovati affreschi, hanno celebrato il loro giorno in modo del tutto tradizionale.
Lei è Martina Forti, lui Marco Ceci. Giovanissimi, innamorati, lei meravigliosa in un abito rosa cipria, lui emozionato, che l’aspetta. Così teneri.
Per loro San Michele Arcangelo non era che una chiesa, vista un giorno, durante la Festa di San Martino.
Sì, è così. Pur essendo di Formello, ammetto che non conoscevo bene questo luogo. Io e Marco, passeggiavamo per le vie del centro storico, c’erano molti stand gastronomici e molta gente in giro. Poi l’abbiamo vista. E siamo rimasti incantati. In quel momento non pensavamo di farlo. Di sposarci. Invece, poi, il destino prende la sua strada e nel prenderla ha fatto sì che, proprio quella chiesa diventasse il luogo in cui coronare il nostro sogno”
Martina mi dice che ha trovato, tra queste pareti, una certa magia, un’atmosfera indescrivibile e che, qualsiasi cosa la rendesse tale, la si percepiva appena dentro.
I ricordi trasformano la realtà
Quando l’Archeoclub adottò la Chiesa, fu chiaro da subito che ogni intento era destinato a una fruizione futura e costante del bene. Ma era chiaro anche il contrario, cioè che per avanzare si sarebbe dovuto attingere dal passato, appropriarsi di ogni ricordo, ombra, aneddoto, appartenuti alla chiesa.
Un operazione indefinibile che ha, tutt’oggi, l’occasione di ricucire uno strappo di sessant’anni.
Quindi, lo slogan “Un Futuro per il nostro Passato” ha fatto nascere molti eventi in grado di recuperare il rapporto territorio-tradizioni. E, tra questi, non poteva mancare un angolo fotografico che raccontasse di quei matrimoni svoltisi sull’altare di San Michele Arcangelo. Una mostra che ha celebrato, attraverso le immagini in bianco e nero, le coppie di allora, aprendo la possibilità ad altre di pensarci.
Mia zia mi ha accennato del grande lavoro fatto da Sara Fianchini e Silvana Barocco, trovo che questi eventi, che uniscono il passato con il presente, siano i migliori”
Martina è venuta giù per Via XX Settembre sotto il braccio di suo padre, nemmeno lei con un corteo al seguito, oggi non è più usanza, gli invitati erano ad attenderla in Chiesa. Due bambini hanno aperto loro la strada, allegri.
Un’entrata che ricorderò tutta la vita, l’atmosfera che avevo respirata quel giorno, alla festa di San Martino, era ancora più intensa. La melodia del clarinetto, Marco sull’altare, il corridoio di fiori di campo… Tutto era perfetto. E ho sempre immaginato di sposarmi in rosa. Quindi c’era davvero ciò che desideravo”
Non solo il Sì degli sposi nella Chiesa Sant’Angelo
Nel caso di questa giovane coppia, a rendere il loro giorno, un giorno unico, è la presenza della piccola Alice Angelica, una bimbetta come un confetto.
L’abbiamo voluta battezzare insieme alle nostre promesse perché volevamo che fosse nella Chiesa di Sant’Angelo, così saprà di aver condiviso con noi un luogo storico di Formello, prima inaccessibile alle cerimonie”
Dopo il sì, Martina e Marco, hanno festeggiato sulle rive del mare, a Passoscuro, si sono scatenati con la musica, hanno ballato e cantato. Dopo qualche giorno sono partiti per Lucca, dove hanno trascorso la Luna di Miele.
Lorenza e Aurelio hanno da poco celebrato cinquantanove anni di vita insieme; Martina e Marco hanno appena iniziato a viverla.
Gli sposi nella Chiesa di Sant’Angelo vi trovano, e nemmeno troppo nascosto, quel pezzetto di magia tipico dei posti speciali, e io non posso che raccontarlo e ringraziarli per averlo condiviso con me.
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